Nel giorno della marmotta che ci condanna a rivivere in eterno lo stesso giorno (il peggiore), capita persino che a Guardia si proclamano come “nuovi” gente come gli attuali inquilini del Municipio. Fosse vivo Totò, sghignazzerebbe: “Trombetta… Trombetta… questo nome non mi è nuovo… Onorevole con quella faccia? Ma mi faccia il piacere!”. Non passa giorno senza che qualcuno (al bar) si lamenti della permanenza di questa bella gente al potere comunale e extra-comunale. Emergenza idrica (un problema che si trascina da decenni), strade e tubature obsolete che alla prima pioggia saltano, il disordine dell’ambiente cittadino, della natura e delle cose, la sporcizia e lo sbuffare di erbacce selvatiche ai bordi delle strade, gli sterrati imposti da decenni (un esempio a caso: il prolungamento di via Parallela); le opere pubbliche incomplete e in balia di ladri e devastatori (vedi la casa-albergo per anziani nella parte alta del paese), l’abbandono all’incuria del campo sportivo, la drammatica situazione sanitaria ed assistenziale, la mancanza di senso estetico, ecc… Critiche sacrosante, se non fosse che molti indignati di oggi han lavorato in passato proprio per quest’obiettivo: la desertificazione di questo paese. E adesso non si capisce di che si lamentino.
Una delle disgrazie di Guardia, negli ultimi vent’anni almeno, è stata di non avere avuto veri nemici. Avere un nemico e non un avversario è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per mostrare il valore delle nostre idee. Invece, se si eccettuano i defunti, un paio di latitanti, le perle rare passate senza muovere foglia e rarissimi pensionati annoiati, in questi decenni abbiamo avuto viceversa il quadro completo degli amici. E come sempre avviene ci troviamo di fronte ad una politica “amichevole” ma impreparata, superficiale e disinteressata. Incapace di confrontarsi con i cittadini, che sono una fonte straordinaria di sapere e creatività, ma capace di farlo (sui social) solo quando si devono fare annunci o promesse. È inutile fare nomi. In un paese normale sarebbero nomi impronunciabili, condannati alla damnatio memoriae per i danni (materiali, ma soprattutto morali) prodotti alla comunità. Invece sono ancora tutti in prima fila, più amici di prima, alcuni addirittura con ottime chance di tornare fra un paio d’anni a far danni, con l’aggravante dell’età e del rincoglionimento. Una serie di strani personaggi che più strampalati non si può. Gente che ha il solo pregio di mostrare a tutti di cosa sono capaci i famosi professionisti della politica, quelli bravi e competenti, i migliori. E di farci addirittura rimpiangere i dilettanti, gli incompetenti, i peggiori. Gente talmente scollegata dalla realtà da risultare sempre uguale a sé stessa (eccetto sulla bilancia). Gente che sta alla politica – come ha ricordato qualcuno – come l’impepata di cozze col cappuccino di certi tedeschi sta alla gastronomia. Sembra una battuta, invece è tutto vero.
Noi non abbiamo nulla nei loro confronti. Nessuna velleità politica. Nessun attacco selvaggio. Nessuno è mosso da gelosia, rabbia, frustrazione. Non esistono fatti personali (o forse, sì). La gente ci conosce tutti. Sa chi siamo noi. E, soprattutto, sa chi sono loro. Nessuno spara bugie e menzogne. Nessuno pretende una risposta, una replica, alle questioni che pure vengono regolarmente avanzate su queste pagine. Ma non accettiamo che non esiste nessun dibattito sul futuro di questa comunità, dove la vita politica viene trasformata in un bar del pettegolezzo. Così come non sappiamo come facciano a confidare ancora nella pazienza dei guardiesi, che ormai sconfina nella rassegnazione. Ma sfidare l’ira dei miti non è mai una buona idea.
Nel 2025 si torna a votare. Abbiamo ancora un po’ di tempo per disconoscerli definitivamente ed evitarli. Sennò vorrà dire che siamo il popolo più sadomasochista del globo terracqueo (cit.).
Foto tratta dal Web
Si, siamo il popolo più sadomasochista del globo terracqueo . Non c’é speranza alcuna!
Carmela