Comunque il Truman Show ci fa un baffo. Oramai la virtualizzazione della realtà prodotta dal nostro mondo mediatizzato è arrivata all’autofagia, alla recita alla seconda potenza che diventa (parvenza di) realtà. Come commentare le notizie riguardanti la guerra? E quali notizie dovremmo commentare? Per ciascun avvenimento esistono almeno due versioni che si smentiscono reciprocamente, ogni dichiarazione viene interpretata a piacimento, ogni giorno che passa due analisti asseriscono che le fazioni per cui parteggiano stiano prevalendo, che le sanzioni si stiano rivelando efficaci o controproducenti, in un duello fra propaganda talmente sfacciato che instilla il dubbio su ogni immagine o fotogramma. Non mi meraviglierei se domani dicessero che i russi abbiano ricevuto l’ordine di trucidare tutti i bambini in età scolare, oppure che i profughi ucraini siano semplicemente in vacanza premio, data l’assoluta assenza di pudore e senso della misura anche nel mentire. L’unica certezza è che fra le molte vittime mietute da questa guerra vi sia anche la verità. La realtà non esiste, c’è soltanto quella immaginata, sperata, opportuna. Insomma, è tutto propaganda. L’unica vera domanda è: esiste un limite alla capacità di manipolare e rovesciare la realtà che non possa essere superato? Esiste un livello di resistenza da qualche parte nelle coscienze che consente ancora di sottrarsi alla trasformazione del mondo in un’unica grande menzogna?