C’è un sentimento di incombenza, l’Apocalisse che preme alle porte, l’invasione degli ultracorpi… e insieme la salvaguardia della Boschi. È chiaro l’ordine di scuderia partito nel primo pomeriggio di ieri dalle stanze del Nazareno: l’invasione dei talk-show, ribaltare la scena e provare a cambiare il ritmo della narrazione. A turno, ogni parlamentare, ministro e dirigente, fino all’ultimo galoppino del Pd, è chiamato a difendere l’indifendibile (e la propria candidatura): un’impresa titanica che non riesce nemmeno al chiacchierone contaballe Matteo Renzi (che infatti alle ore 21.20, La7, da Formigli, se ne guarda bene). Una pletora di scudi umani. Naturalmente scout, ovviamente toscani, eletti con Renzi nel 2013 (col Porcellum, come la Boschi), a parare i colpi dell’opposizione e dell’opinione pubblica, nell’intento di compiacere il capo e la di lui amica, con una vocazione al martirio da cavaliere medievale, blaterando di “attacco politico”, “gogna mediatica” e “garantismo” come neanche i berlusconiani dei tempi d’oro si sarebbero sognati di fare. A partire da stamattina, l’ufficio stampa del Pd inonda i talk-show di vecchi e nuovi esponenti del partito. Ciascuno deve rendere al meglio, di fronte alla telecamere. E infatti oggi, a cominciare dai talk show della prima mattina, questa pseudo-classe di miracolati toscani a vario titolo legati a Renzi, ripete a pappagallo il copione contenuto nel kit dello scudo umano della principessina Boschi: Etruria è stata commissariata dal governo Renzi (falso: da Bankitalia); la colpa è dei giornali che fanno la guerra al Pd diffamando Boschi. E, soprattutto, babbo Boschi non ha ricevuto alcun avviso di garanzia (siamo alla fase freudiana della negazione), o forse sì, ma per “falso in prospetto”, reato risibile inventato apposta per fregarlo. Ma la domanda fondamentale resta sospesa nell’aria. La bella aretina ha mentito su Banca Etruria? La risposta è semplice. Maria Elena Boschi si è occupata eccome dei problemi di Banca Etruria. Contrariamente a quanto affermò in Parlamento il 18 dicembre 2015. Il presidente uscente della Consob, Vegas, lo dice senza mezzi termini. E nulla sposta la contromossa che l’ex ministra affida prima a Facebook e poi allo scontro con Travaglio dalla Gruber: “Nessun favoritismo nei confronti di mio padre. Contro di me c’è un attacco” – povera stella – “Nessuna pressione sulla Consob e nessun favoritismo a mio padre, non mi dimetto”. Ma il punto è sempre quello: può un ministro della repubblica occuparsi di un istituto di cui il padre (che è ben scortato a spese nostre) di lì a un mese sarebbe diventato vicepresidente, il cui dossier è già sul tavolo dell’esecutivo, chiedendo un incontro ad hoc al capo di chi dovrebbe controllare sulle banche, e poi sostenere di fronte al Parlamento l’assenza di canali preferenziali e conflitti d’interesse? È chiaro che dal punto di vista politico le parole di Vegas su Etruria la inchiodano. E non si può pensare che possa cavarsela con il suo bel sorriso e una insignificante comparsata dalla Gruber e soprattutto provare a respingere l’evidente desiderio degli italiani di mandare a casa questa classe politica, di non vedere più in tv le loro facce, di non sentire più quelle parole, di non sentirsi somministrare ogni giorno quella brodaglia acida fatta di arroganza e menzogne.
perfetto
oramai è quasi açclarato che la santa MARIA DEL bosco che non viene neanche dal mare … è una delle sgarzelline toscane che gliela davano .. per questo motivo è ricattato da sempre. non si capisce altresi come un idiota arrivista sia stato un ministro.. lo scandalo Profumo a noi ci fa un baffo. siamo dei professionisti
la mafia Fiorentina non ha nulla da invidiare a quella dei Casalesi . a cominciare da Poggiolini e a seguire con i Menarini che finanziamo anche la moda . riciclo puro.. Scervino come Versace.. tutti soldi neri .. e perché mai non colpiscono l evasione. quando tutti si vestono Scervino