Arriva il treno di Renzi (di notte) a Benevento: tante tappe, tanti applausi, solo militanti dem. Sarà a Benevento e non se lo filerà nessuno. Ad attenderlo in stazione soltanto gli “eletti”, i sostenitori, ma non i contestatori. Quelli verranno tenuti a debita distanza. Perché le contestazioni al grido “buffone, buffone”, “pinocchio, pinocchio”, “vai a lavorare”, “abusivo, bugiardo, vergogna”, non sono saltuarie, anzi accompagnano Renzi in tutte le tappe del suo tour iniziato il 17 ottobre dalla stazione Tiburtina di Roma. Ormai quello che ci nascondono tivù e giornali ce lo mostrano i privati cittadini sui social network. Un grosso flop per l’arrogante fiorentino.
Matteo Renzi stasera sarà a Benevento. “Il Treno Pd arriverà alla stazione centrale di Benevento alle 21.30, dove il segretario nazionale incontrerà la stampa. A seguire, Matteo Renzi si dirigerà a Ponte Valentino, dove presso il Consorzio ASI incontrerà i rappresentanti delle realtà economiche e produttive del Sannio”: annuncia trionfante il segretario della federazione provinciale del Partito Democratico Valentino. Renzi quindi sarà a Benevento, dove è atteso dal 15 ottobre del 2015. Il giorno della terribile alluvione. Tre morti, tanta distruzione, disperazione, paura. La sua parola chiave è “ascolto”: specie nei luoghi di quella terribile alluvione, dove lui, non noi, aveva promesso di ricostruire tutto. Sarà a Benevento e si farà fotografare mentre dà una testata a un pallone giallorosso; incontra i vertici del Pastificio Rummo; dà il cinque agli anziani e alle lucciole che sostano nei pressi della stazione; si fa un selfie con il sottosegretario, sindaci e consiglieri regionali, coi millennials del Pd sannita; bacia bambini assonnati; parla con il capostazione e il Prefetto; si allaccia una scarpa; si selfa con Mastella, al quale, poveraccio, mancava solo questa. “Una giornata ricca di incontri, emozioni, chiacchiere”: posterà poi su Instagram. La solita frittura di pesce, a cui il Partito Democratico sannita è notoriamente estraneo.
È antipatico ridere delle disgrazie altrui, ma come si fa a non sogghignare di fronte a un simile genio incompreso della politica italiota, allo show di un tizio che si crede un Masaniello, affitta un treno per girare l’Italia, si fa fotografare a bordo mentre pensa, progetta, elabora piani per il futuro, e nelle stazioni, quando gli dice bene, viene ignorato, oppure, anche quando è assente (perché è tornato con l’auto blu a Roma a rilasciare la solita intervista (!!!) dalla Gruber con cui impuntare la risibile impresa da dare in pasto ai creduloni di questo disgraziato Paese), viene insultato, e ciononostante continua imperterrito a glorificarsi sui social con immagini di un inesistente se stesso assurto alla gloria. “Destinazione Italia”, ha denominato il grottesco tour su treno speciale Trenitalia per 108 province (quelle che lui voleva abolire). Con uno scopo ben preciso: restituire l’immagine di un leader fresco, vincente, dinamico, che non ha governato l’Italia per tre anni, non ha perso tutte le elezioni possibili tranne quella prima della quale ha promesso 80 euro.
Il treno del Pd è la prova morente che Renzi non ha idee se non tornare al potere. Nel suo mondo pubblicitario le immagini sono una resa semplificata della realtà, come nello spot della prostata ingrossata: hanno il solo scopo di presentare il prodotto, scemi noi se ci crediamo. Bei tempi, quelli in cui insieme al “su babbo” aiutavano la toscanità a primeggiare. Firenze nuovamente capitale d’Italia, titolava qualche nostalgico (lo chiamavano “effetto Renzi”), una sorta di buon governo utile solo ai toscani. Matteo novello Cosimo e la Maria Elena Boschi rediviva Caterina de’ Medici: di fatto première dame. Ora “stai sereno” lo diciamo noi a Renzi, perché se non dovesse farcela ad essere eletto perlomeno parlamentare finirà tra le fauci delle fiere giudiziarie, quelle che per ora stanno cercando i suoi compagni di merenda.