Guardia Sanframondi e i muti da tastiera

È più forte di noi. Non che vogliamo tappargli la bocca, anzi: ci fa sempre ammazzare dalle risate, sia quando confonde ostinatamente l’intrattenimento con la Cultura, organizzando eventi di piazza (che va detto, è una cosa che gli riesce particolarmente bene, invece di fare il sindaco occupandosi della crescita sociale, intellettuale e morale della comunità che dovrebbe amministrare), sia quando parla o messaggia attraverso gli house organ di riferimento (ah …quel sano giornalismo d’inchiesta, che non fa sconti al potere…). Però poco prima dei Riti, quando abbiamo letto una sua nota introduttiva su una pubblicazione, definita “Guida del Paese”, abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Un po’ per noi e per i nostri organi visivi e uditivi sanguinanti. Un po’ per lui, che necessita di rinnovare il repertorio, visto che da sette anni ripete sempre le solite 3-4 cazzate e supercazzole (giacimento culturale, bellezza, identità, Unesco…), subito riprese dalle solite neolingue (tecnicamente dette “leccaculo”, perché dedite a un solo oggetto del desiderio). Gente che, dietro le quinte, non fa altro che sussurrare all’orecchio del sindaco: “Oh, Floriano, io sono sempre stato dalla tua parte…”. Il guaio di questo paese è proprio questo, il sindaco li ha imbarcati tutti, ma proprio tutti, sul suo carro. Per loro Egli è la Luce e il Futuro di questa Comunità. Faro e guida nei secoli a venire. Egli è Guardia, e al tempo stesso anelito al Divino. Noi esistiamo perché Lui ritiene ciò pertinente. In queste sante settimane poi ci ha illuminato la via. Idolo assoluto: che fortuna, i guardiesi, ad averlo come Condottiero. Bella scelta. La settimana prima dei Riti, per dire, la sonnacchiosa e putrescente palude guardiese è stata movimentata da scosse telluriche ondulatorie e sussultorie derivanti da uno sconvolgente evento: la mancanza d’acqua. In quel preciso istante Guardia intera si è fermata: migliaia di cittadini sudati fradici a 40 gradi all’ombra, turisti, ospiti, emigranti di ritorno, vacanzieri al rientro arrostiti che, dopo aver trascorso qualche giorno spaparanzati in spiaggia o in piscina, han trattenuto il fiato, abbandonandosi poi a un liberatorio sospiro di sollievo, unito a un balsamico senso di refrigerio (dopo tanti Luciferi, Caronti, incendi, siccità, scandali, omicidi in famiglia), alla notizia che fa sperare in un futuro migliore: l’Alto Calore ha riparato la pompa di Solopaca. E pensare che solo qualche giorno prima i più sboroni (gli stessi che oggi, una settimana dopo, protestano su Facebook per la mancata disinfestazione del centro storico), ne approfittavano per sbandierare il rinato orgoglio guardiese, tipo il gruppetto di donne che ha infastidito con aria ribalda quelli dell’amministrazione comunale sotto il Municipio. I più golosi e incontinenti pretendevano di sapere se fosse stato il Sindaco a chiamare l’Alto Calore o l’Alto Calore a chiamare il Sindaco. I più curiosi addirittura s’interrogavano su che si fossero mai detti al telefono i due. Sarà per il fatto che, come scriveva Baltasar Gracián y Morales, “non tutti coloro che vedono hanno aperto gli occhi, e non tutti coloro che guardano, vedono”, eppure in questo paese per vedere cosa c’è sotto il proprio naso non occorre un grande sforzo. Intanto, già che ci siamo, si potrebbe cominciare a chiedere al nostro sindaco di fare anche gli interessi dei guardiesi, casomai gli restasse tempo. Ma per prendere posizione occorrerebbe gente che abbia a cuore gl’interessi di Guardia: non esageriamo.

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