Tutti pazzi per Floriano. Guardia intera è conquistata dalla sua intrigante personalità. Scortato dal “recinto magico” in questi giorni fa incetta di interviste, di scatti fotografici, pose plastiche e selfie di vario genere a testimoniare un trionfo d’immagine anche furbo considerata la settennale occasione. Oltre ogni metafora: è pura ontologia. Le foto – le istantanee – che lo riguardano, quelle che arrivano fino a noi, hanno una speciale qualità di racconto: una deflagrante narrazione di questa comunità. Servono giusto a capovolgere la prospettiva. Riescono a prendere in giro, insomma, noi che le guardiamo. Gli uomini e le donne che circondano il supremo, poi, in ogni contesto – armati di smartphone e tastiera – prendono appunti. Tutto un eccesso surrealista.
Sempre pronto a ogni vendetta a salvaguardia della propria consorteria, Floriano è un campione della politica intesa come scienza della realtà. La politica, per lui, non è mai un terreno di scontro. Teorico solo della prassi, sa benissimo che ad aver ragione è solo chi vince. Tutti bussano alla porta di zio Floriano, dove vecchi e nuovi, signore dai tacchi altissimi, uomini dalle panze avvolte da cravatte prese al chilo, stanno in trepidante attesa. Il principe di Guardia è davvero il tipo giusto che Niccolò Machiavelli avrebbe voluto a cena. Uomo forte piace a 3 guardiesi su 10. Il fatto in sé non deve meravigliare. La pletora non ha mai portato in nessun posto. Il gregge è sempre in cerca di un pastore – non può mai bastare un cane – e le pecorelle, poi, devono pur risolvere la questione del lupo. E in tema di ovini, gli manca solo quella scena di assoluta festa dada da cui in molti (a torto o a ragione) non si sono più ripresi: Silvio Berlusconi che porge il biberon all’agnellino.
Non ce n’è per nessuno. Insomma, Floriano piace alla gente che piace nel celebrarne il fasto. Non un solo guardiese – nel bene o nel male – si sottrae ormai all’andazzo. L’alito di Floriano dilaga in ogni anfratto di questo paese. S’accordano le pecore, i cani e persino i lupi. Tutti si godono il vantaggio dell’avere avuto culo a trovarsi in quella parte di mondo dove viene elargita la Verità. E tanto peggio per i cattivi, tutti privi di culo.
Oggi Guardia, grazie a Floriano, è la nuova Medjugorje. Vogliamo che Guardia sia la porta di ingresso del Sannio – dice con una punta di orgoglio il sindaco, intervistato dalla Cnn -, vogliamo che Guardia abbia la centralità che merita. Siamo felici dei nuovi cittadini stranieri che già abbiamo – dice ancora il sindaco – ma è importante allargare la forbice, per avere una clientela alta e internazionale che ci permetta di essere davvero competitivi, e che porti anche posti di lavoro a Guardia. Parole che sono tutte un programma. Nel senso letterale del termine. Risibile, troppo impegnativo, troppo grande. No! Aggiunge il sindaco, che racconta come immagina il futuro: vogliamo che in un domani non troppo lontano, le Città del Vino mondiali, le grandi città degli States, dell’Oriente, del Regno Unito siano direttamente collegate con noi. Un progetto ambizioso su cui siamo concentrati da sette anni – conclude il sindaco – l’entusiasmo è tanto anche se il lavoro da fare è immenso. Un sogno? No, la visione di chi vuole rendere Guardia una delle località esclusive più importanti al mondo. Un sogno che – subito dopo la promozione del Benevento in serie A – presto potrebbe diventare realtà. Perché c’è un sindaco che crede fermamente che Guardia, qualora definita dall’Unesco Patrimonio immateriale dell’Umanità e vera meraviglia del paese Italia e unitamente a un centro antico magnificamente ristrutturato, possa creare novità capaci di farla preferire a località come Taormina, Montalcino o Cortina.
Addavenì il Grillaccio.