Il verso è cambiato

Il verso è cambiato. E a nulla servirà far pascolare di studio in studio le greggi renziane per difendere la Boschi. A nulla serviranno i vari Romano, Fiano, Rondolino, le Meli, i Chicco Testa, le Malpezzi… Cioè i professionisti e i competenti che han fatto le scuole alte. “Politici” senza che la politica ne avesse poi così bisogno, ma con un fiuto raro nel beccare poltrone. “Lo vedete adesso il conflitto di interessi? La Boschi dovrebbe dimettersi all’istante dopo aver chiesto scusa agli italiani”: ha subito chiosato il M5s, dopo le anticipazioni sull’ultimo libro di Ferruccio De Bortoli. E allora va in scena il vaudeville: in una gara all’insaputismo e all’“io non c’ero e se c’ero dormivo” che gonfia le vele dell’antipolitica e ingrossa le file del populismo. Per loro, in fondo non è successo nulla. Ed è questo uno dei tanti problemi dei renziani: continuare a sentirsi tanti Marchesi del Grillo, quando al massimo sono rampolli del conte Mascetti. Cioè di nessuno. “Politici” che incarnano appieno l’idea della narrazione renziana. Da mesi perennemente in tivù a dirci che Renzi è Dio e la Boschi la Madonna. “La Boschi è straordinaria, ha una grazia botticelliana sia nelle forme sia nell’anima” (Patrizia Prestipino). Che s’ha da fare, per campare. “Politici” che più vanno in tivù e più portano voti agli altri, come quasi tutti gli “opinionisti” renziani. Nelle prossime ore gli ascolti di La7, Rai3, Mediaset, Sky, al mattino, nel primo pomeriggio o alla sera, registreranno picchi schizofrenici. Lo share salirà ma poi scenderà di colpo, appena viene inquadrato il renziano di turno. Dobbiamo dire grazie a Matteo Renzi di averci aperto gli occhi sulla questione morale: averci fatto capire in questi mille e passa giorni che in fondo per la narrazione renziana l’abuso di potere, l’uso privato di pubbliche funzioni, il familismo amorale, l’attacco all’indipendenza della magistratura e il conflitto d’interessi sono solo “il legame privilegiato che intercorre tra parenti e gli amici di una vita”, e che sottosegretari e ministri indagati devono restare al loro posto perché c’è “la presunzione d’innocenza”. Lontani i tempi in cui si chiedevano le dimissioni senza essere nemmeno indagati. Scrive De Bortoli nel suo libro “Poteri Forti” di cui è stata diffusa l’anticipazione: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria…”. Quel che è certo è che un giornalista “navigato” come De Bortoli, per scrivere nero su bianco affermazioni del genere è probabile abbia le sue “blindate” prove più che inoppugnabili. In poche parole De Bortoli non ha bisogno per vendere qualche copia in più del suo libro di riferire fatti e circostanze inventate o frutto di fantasie. Si può stare più che certi che ciò che descrive è la pura e semplice verità. Sì, il verso è proprio cambiato. Giustizialisti, disfattisti, pessimisti lo capite o no che dal Medioevo grazie a Matteo Renzi e al renzismo siamo finalmente entrati nel Rinascimento?

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