Era una voce che da anni saliva da Guardia, dai cittadini, dai media, dalle imprese e dalle associazioni, da donne, vecchi e bambini: F-l-o-r-i-a-n-o-P-a-n-z-a. Si sentiva bisogno di lui, tutti reputavano che i decenni in cui Floriano Panza era stato coricato nell’oblio, nelle terze file e nel frigorifero, fossero stati una grande perdita per la comunità guardiese o una grande astuzia per tirarlo fuori all’occorrenza. (Ma in tutti questi anni non ve ne eravate mai accorti, non avendo mai pensato a lui a proposito di niente?) E ora che finalmente è il primo cittadino tutti a dire quanto è bravo, competente, intrepido, è lui l’uomo necessario a Guardia. Anche se io continuo a non capire per quale ragione Floriano Panza debba essere considerato, bravo, competente, intrepido, una figura di primo piano, un sindaco di statura nazionale (e internazionale), di grande prestigio o di grande popolarità, che ha inciso nella storia di questo paese. C’è da chiedersi: se è così Guardia e il mondo che gli gira intorno stanno meglio dopo i sette anni di Floriano? La risposta è no, sia sul piano economico, sia sul piano degli scenari futuri. No, perché dopo la fiction viene sempre la realtà… Per carità, il sindaco Panza è una persona ammodo (soprattutto a tavola). Ma è forse il garbo il criterio per scegliere il capo di qualunque impresa, pubblica o privata? Figuratevi il sindaco di una comunità complicata come Guardia. È come eleggere Miss Italia pensando a Miss Maglietta bagnata. Sette anni fa i guardiesi sono tornati alla Prima Repubblica Guardiese nella scelta del nome, della biografia e dei requisiti, alla Dc della partitocrazia old style. In più hanno aggiunto un requisito: stavolta lo vogliamo furbo, egocentrico, accentratore e soprattutto visibile, hanno pensato. Così, alla chetichella, i guardiesi hanno partorito Floriano. Ma per fortuna oggi sono in tanti che lo definiscono il Re sòla…