Caro sindaco Panza,
prima di tutto, mi tolga una curiosità. Qual è la sua attuale attività, oltre, chiaramente la politica? L’animatore turistico? Il buyer ufficiale per le Cantine Riunite? Il tour operator per gli anglosassoni e per la Country House di famiglia? L’agente immobiliare? In verità, ancora adesso nessuno lo ha capito. Come sono convinto nessuno ha capito se questa sua maschera pirandelliana indossata fin dalla sua discesa in campo è una sorta di protezione, di schermo difensivo per via di una mal celata riservatezza o un ghigno da astuto politicante. Ma questo interessa poco chi legge. Ciò detto, lei ha profondamente deluso: ma tutto ciò, evidentemente, ai guardiesi, poco conta e poco attiene alle vicende che ci interessano e quindi arrivo subito al nocciolo. La prima cosa che dovrebbe fare è chiedere scusa, cospargendosi il capo di cenere per scusarsi, con i suoi concittadini, anche se chi oggi in questo paese dovrebbe pretendere quelle scuse fa il vago. Chiedere scusa per i conflitti d’interessi. Chiedere scusa dell’arroganza. Chiedere scusa per i dirigenti inquisiti. Chiedere scusa per la fuga di molti suoi concittadini, per la scadente qualità della vita. E, infine, chiedere scusa pure della faccia tosta con cui continua ad esaltare nel dibattito pubblico, il suo operato. E invece non solo non chiede scusa, ma è contento e non nasconde la soddisfazione. Lei sta svendendo il “mio” paese e questo non è un bene. Per questo, e per altri motivi accessori (come l’imbarazzante toppa sui richiedenti asilo), è evidente che Lei deve chiudere al più presto i suoi giorni amministrativi dando prova (una volta tanto) di responsabilità. E non è soltanto una richiesta suggestiva, una critica, astiosità, motivi personali o chissà cosa. Piuttosto si tratta di un chiarimento che dovrà dare innanzitutto alle generazioni future di questa comunità; niente di più, niente di meno. Ai tanti cittadini, perlopiù giovani, che vogliono cambiare le cose. Meno forsennati, forse, più disincantati per le troppe illusioni divenute disillusioni. Ma stia tranquillo, però! Perché intanto passano i giorni, le settimane, i mesi e non si vede né chi né come potrebbe toglierla di mezzo. E chi potrebbe mai farlo? L’ex candidato sindaco Pigna? I consiglieri di minoranza? Amedeo Ceniccola? Tanto per fare qualche nome. Pare brutto, crearle grattacapi: e poi, Dio non voglia, chi se ne assume la responsabilità? Meglio non disturbarla, quindi, come lei non disturba loro: non fare assolutamente nulla, interpretando al meglio le aspettative del popolo guardiese, che non ne ha mai voluto sapere di essere amministrato (Giolitti diceva che governare gl’italiani non è difficile: è inutile). Ancora un po’ di pazienza… E saremo tutti morti. Tranne lei, naturalmente. Fatto salvo qualche comprensibile attacco politico (che non arriverà) c’è da dire che, in linea generale, nessuno a Guardia, per insufficienza di dissenso e di critica, utilizzerà strumenti prescrittivi o demagogici per colpirla. Non si può disturbare il manovratore: tutti dietro, allineati e coperti. Il fatto in sé non deve meravigliare. Viviamo nel profondo Sud. E poi la pletora non ha mai portato in nessun posto. Il gregge è sempre in cerca di un pastore. Si aspettano da Lei che faccia solo in maniera decente anche i loro interessi. Lavoro che, ad oggi, sta portando avanti in maniera egregia con risultati eccellenti, con una imperizia e una inadeguatezza da far venire i brividi. Perciò continui ad ignorare chi ancora ha a cuore le sorti della comunità. Coraggio, signor sindaco in fondo i guardiesi che le chiedono di rispettare davvero la comunità si contano sulle dita di una mano. E dunque continui ad accarezzarsi i suoi nuovi amici anglosassoni ma in questi giorni di “vacanza” (a spese dei contribuenti?) si rilegga, in qualche ritaglio di tempo, Il Principe di Machiavelli. Le ruberà al massimo un’oretta, ma potrebbe esserle utile più di quanto non creda. In quel librino c’è la formula magica per ogni buon politico. In esso ci viene costantemente ricordato che il “principe” assolve pienamente alle sue funzioni pubbliche quando l’intero ventaglio di questioni di cui si occupa rientra sempre in una logica di “bene comune”. Smetta quindi di fare il “principe” degli amici e dei parenti e faccia il “Principe”. Sciolga l’incantesimo che la avvolge da decenni. Ormai è adulto; chiuda il libro delle favole e (magari prima di atterrare nella terra Druidi) sfogli Il Principe. Faccia buon viaggio, caro sindaco, e… si ricordi gli scontrini.