Dalle stelle alle stalle

Oggi è il giorno dei piagnistei, dei discorsi lamentosi e importuni. È il giorno della Direzione del Partito democratico. È il giorno dei lustrascarpe e leccaculi. È il giorno dei paraculi di professione che, lesti come lepri, fulminei come un lampo, appena fiutano che uno non ha più potere, appena capiscono che uno non è più in grado di dar loro prebende, subito fanno a gara per dire che è un deficiente. Anche se fino a ieri avevano detto che era un genio, simpatico, trendy, duepuntozero, moderno, intrigante. E se caso mai oggi Renzi non rassegna le dimissioni, a loro che importa? Una doppia giravolta e via. È il giorno in cui gli ipocriti compulsivi piddini-renziani scoprono l’umanità del Pifferaio fiorentino in quel suo discorso finale, così falso che bisogna essere affetti da una percezione ottico-visiva ridottissima o nulla per non cogliere il livore e la menzogna evidenti nel linguaggio. È il giorno della menzogna, degli insulti, della spocchia e dell’arroganza renziana e della situazione infantile da Asilo Mariuccia della minoranza Pd. È il giorno di coloro che continuano a piegare la realtà a loro piacimento. È il giorno della caduta dal piedistallo della Boschi che entra in Senato e non ci sono più senatori e segretari accalcati attorno a lei. Rimasta sola (quando vuole la politica sa essere brutale: ti osanna se sei sulla cresta dell’onda e ti affonda non appena il vento cambia direzione). È il giorno delle nullità alla Puppato e alla Chicco Testa che offendono gli elettori del No dall’alto della loro vacuità etica e intellettuale. È il giorno in cui il sistema di potere renziano – banche, centri finanziari e multinazionali, ecc. – comincia a tremare e pretende il pagamento delle cambiali firmate dall’ex rottamatore. È il giorno in cui anche i giornaloni scoprono i dati Istat sulla povertà in Italia, mentre aumenta il reddito del venti per cento di popolazione più benestante (resi noti il 14 luglio scorso e tenuti nei cassetti perché sapete c’era da appoggiare il guappo e il suo referendum). Questo è ciò che offre oggi il convento della politica: in pratica solo parole e retorica attraverso le quali si intende raggiungere lo scopo di cancellare la realtà. Non ci vuole un enorme talento per comprendere lo schifo che provoca tutto questo e il desiderio di larghissima parte degli italiani di mandare a casa ora, adesso e subito tutto questo ceto dirigente corrotto, privo di idee e mediocre oltre ogni immaginazione.

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