La Guardia del sindaco Panza è un falso. È una bugia, un imbroglio, una realtà taroccata. La Guardia del sindaco Panza suona ormai un solo spartito: l’io, l’io sempre, l’io su tutto. Come fai a fidarti di uno così? Il sindaco Panza si sente un baciato dalla fortuna, un vincente. Era davvero convinto che avrebbe amministrato Guardia senza fatica, senza incertezze. I guardiesi avrebbero dovuto solo applaudire. Tutto in fretta: ottimismo, sorrisi e pacche sulle spalle. Invece si è ritrovato a dover giustificare una gestione poco trasparente e chissà quant’altro ancora. E, anziché vedere cosa non andasse e dove stesse sbagliando, ha detto che la realtà è sbagliata.
Distratto il paese con la telenovela degli americani, pipers e fantasie varie, ha cominciato a raccontare favole. Se fossimo marxisti diremmo che quello del sindaco Panza è il comitato d’affari della borghesia di Guardia. Non quella che fatica, produce e combatte ogni mattina, sia chiaro. No, non è questa la borghesia del sindaco Panza. È quella che vuole governare gli affari, specula, quella degli amici degli amici, quella che ha sempre un posto in prima fila, quella moralista solo sui peccati degli altri, quella che punta l’indice e si para le spalle. È la borghesia che si vergogna di essere borghese. Si dichiara illuminata, ma la sua vera caratteristica è un’altra. È intoccabile. Sono intoccabili. Quella del sindaco Panza non è soltanto un’impresa a gestione familiare, come si è abbondantemente visto. È anche la cerchia di imprenditori amici, l’intreccio tra affari e politica. È la mancanza di trasparenza che il sindaco Panza liquida sempre con fastidio o sarcasmo inviperito.
La Guardia del sindaco Panza è un falso. Tutto questo però a quanto pare non fa scandalo. Non succede nulla. Nessuno pronto a strapparsi i capelli. I moralisti sono in ferie trecentosessantacinque giorni all’anno, tutti impegnati altrove. È vero che certe volte è meglio non sapere. Ma possibile che a Guardia nessuno sappia mai cosa accada? Ma non li si può biasimare, perché quello che manca a Guardia di questi tempi è soprattutto una visione. Manca questo e manca il coraggio. Manca il buon senso. Forse perché di questi tempi la politica locale e nazionale attira e seleziona un’altra schiatta di antica professione, i cortigiani. Un paese che vive a sua insaputa. A cominciare dal sindaco Panza, che non sa nemmeno cosa accada a casa propria (intesa come Comune). Sì perché il sindaco Panza non poteva sapere cosa stessero combinando negli uffici accanto al suo. Non è che può fare tutto lui. Occuparsi pure degli appalti sembra davvero troppo. Perché lui è inconsapevole, distratto, marginale, in pratica un sindaco a sua insaputa. Tanto che ci viene da fare un appello per liberarlo dalla sua prigione e da tutti i cattivi che firmano con il suo nome ogni azione amministrativa. È un bonaccione. Il sindaco Panza insomma non può e non poteva sapere. Neppure chi oggi chiede se è intenzionato a costituirsi parte lesa nella vicenda “sistema 10%” sa nulla delle grane del Comune, al massimo qualche chiacchiera. Niente affari mentre si amministra. Il sindaco Panza è salvo. Non poteva sapere. Magari qualcuno della cerchia può pure essere indagato, ma di certo non poteva sapere. E visto che le cose di questi tempi vanno così, non è il caso di fare troppo i fiscali, se proprio serve un colpevole si taglia la testa al responsabile dell’ufficio, con una bella delibera (così si risparmia pure sui costi).
Si sa come vanno queste cose. È la stagione di chi fa tutto a sua insaputa. Ieri era peccato, oggi no. O quasi. Come in ogni regola che si rispetti, infatti, esiste l’eccezione. Insomma, tutto va bene, madama la marchesa. Questo perché il sindaco Panza e il suo entourage non possono sbagliare. La posta in gioco è alta. Che sarà mai qualche piccolo intoppo. Si considerano, da sempre, la parte migliore di Guardia. Quelli destinati a governare perché è scritto, da qualche parte. Quelli che se biasimati, non rispondono, glissano. Quelli che devono sempre vincere a tutti i costi. Non importa come. Perché è questo il difetto radicale del sindaco Panza e dei suoi cortigiani: una completa mancanza di umiltà. Non li sentirete mai dire: abbiamo sbagliato, ho sbagliato, stiamo sbagliando. L’arroganza di non mettersi in discussione, al punto da manipolare e falsificare i fatti, la vita, la realtà di un’intera comunità. Ma gli imbrogli hanno le gambe corte.