A tutti noi è familiare l’immagine delle “Tre Scimmiette” che si tappano gli occhi, le orecchie e la bocca. Le tre scimmie sagge – ci informa Wikipedia – che si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca. I loro nomi in giapponese significano rispettivamente “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male”. La volontà di far finta di nulla, quasi il dovere a non impicciarsi di cose che devono restare fuori dalla nostra attenzione, l’indifferenza verso ciò che accade intorno a noi. Fonti bene informate mi fanno sapere che tra breve il vessillo del comune di Guardia verrà mutato: riferiscono che sul vessillo al posto del gallo appariranno proprio le essenziali immagini delle tre piccole, graziose scimmie. Ognuna con le proprie funzioni, una non parla, l’altra non sente, e l’ultima non vede. Pare che i promotori della variazione dell’immagine del Comune “trasparente” e “virtuoso” siano stati indotti a tale iniziativa affinché la simbologia della nostra amministrazione comunale sia più aderente alla sua gestione. Hanno fatto questa scelta perché, secondo loro, quando a Guardia scoppia uno scandalo c’è sempre chi interpreta la parte del sordo, chi quella del muto, chi quella del cieco. E citano ad esempio la vicenda legata all’ex responsabile dell’Utc sulla cui gestione le tre simpatiche e sagge scimmiette non hanno visto, né udito e men che meno parlato. Sono pienamente d’accordo con gli autori della spiritosa iniziativa, perché quella delle tre scimmiette è una pantomima che calza a pennello e si ripete costantemente in questa comunità. Dove da un quinquennio a questa parte tutti (consiglieri di maggioranza, assessori, dirigenti e impiegati, ecc..) si dichiarano non responsabili (sarebbe meglio dire irresponsabili), nessuno sa nulla, si c’ero anch’io ma non ho visto nulla, e via divagando, depistando, disgustando. E poi se anche così fosse, si tratterebbe soltanto di birbantelli, di piccoli mariuoli, ripetono indignati, non un sistema organico dedito alla corruzione, alla truffa, all’inganno ai danni del pubblico erario, alias dei cittadini guardiesi che pagano le tasse. Probabilmente le simpatiche scimmiette hanno ragione, ma da questi fatti i guardiesi onesti non possono che trarre disgusto che nasce dalla certezza di essere presi platealmente in giro. Ma forse uno spiraglio comincia a vedersi. Ce lo auguriamo. Me lo auguro e spero se lo augurino anche le nostre amiche scimmie che, sono certo, sotto sotto, come me non ne possono più di vedere una società tanto corrotta e putrida.