Venghino signore e signori, venghino! Sannio Tattoo, inizia. A metà fra il viaggio delle pentole e la scampagnata premio per gli agenti del Folletto. Un po’ anche gita scolastica, con quelli seduti in fondo che tirano le palline di carta e quelli seduti davanti che cantano “Azzurro” insieme alla prof. Con qualche elemento che ricorda anche la questua di paese con la banda in testa, con fermata obbligatoria al portone del notabile perché, si sa, in certe circostanze chi più ha più mette. Ecco domani e dopodomani, fra la Tamoil e piazza Castello, è tutto questo, e anche un po’ di più. O di meno. Quasi una roba da ridere se non fosse che quelli ai bordi della strada non sono studentelli arrapati, né anziani da abbindolare con le pentole e nemmeno agenti del Folletto. Sono, cittadini di questa comunità. E anche a chi da sempre denuncia la pomposità eccessiva dell’amministrazione Panza viene un po’ di magone a vedere le istituzioni ridotte così.
Venghino signore e signori, venghino! Tutto avviene sotto le telecamere di Rai tre. Proprio tutto. Il ritrovo al mattino delle fanfare alle 9.30 al bar di piazza Castello. La sosta sotto l’insegna colorata che promette un “Gran Caffè”. La colazione, cappuccino e brioche. Le prime interviste al Sindaco e alla rappresentanza scozzese locale. Le prime dichiarazioni pigre dei musicanti che mescolano l’accordatura degli strumenti e gli occhi ancora cisposi del mattino. I Danzatori Guardiesi che arrivano con il trolley ripieno di prelibatezze locali. Quelli in ritardo che s’affannano. Quelli puntuali che sbuffano. “Ci sei? Ci siamo? Giovanna dov’è?”. Le solite domande. La solita domanda: “Sì, ma dove ci mettiamo?”. L’arrivo dei ritardatari. La corsa a posizionarsi in prima fila lungo la scalinata del Municipio. Ore 10.00. “Mi raccomando, non più di 15 min.”, si raccomanda l’assessore. “Io sto davanti che sono giù di voce”. “Mettiti vicino a me così non si nota…”. “Riprendimi quel pipers in prima fila”, ha cominciato a gridare il giornalista inviato dalla Rai di Napoli. “Riprendo prima quello col mantello scuro”, ha fatto eco l’operatore Tv. Ed è tutto un gridare, telefonare, messaggiarsi. È tutto vero. Eccome: se è vero. I costumi fatti a mano, le bandiere, le cornamuse, la corsa dei Bersaglieri pure, come in un film neorealista degli anni 50. “L’hai ripreso”. “Non lo perdere”. “Non lo perdo”. “Vanno fino alla Sorgenza”, prova a depistare uno. “Vanno alla Parallela, vanno alla Parallela, dice il tam tam del seguito. No, non vanno alla Parallela. Si fa su e giù per via Municipio, poi un altro su e giù, poi un altro, nessun mutamento”. All’improvviso si fermano di fronte al Municipio. Che fate? “C’è una sosta in water”, dice un musicante scozzese in vena umoristica. Liscia o gassata? Risponde la neo assessora allo spettacolo. Macché: intende dire il wc. Evidentemente l’alta idea dell’evento qui traspira da ogni poro. E non è l’unica cosa che traspira, a giudicare almeno dalle zaffate che escono dai vani adibiti a servizio dei bar lungo il percorso. Succede anche in ogni gita delle pentole che si rispetti.
Venghino signore e signori, venghino! Alle 20.30 serata di gala sul Castello. Sulla porta un “volontario” fa da buttafuori: entrano solo i familiari del Sindaco e della Giunta. Tutti gli altri: 2 euri (anche i prezzi, come gli umori, sono uguali a quelli delle gite delle pentole). Nel cortile s’intravvede una “forestiera” rosso fiammante. Il Sindaco è già arrivato e accoglie tutti con un sorriso. “So’ ragazzi”, urla da lontano a un gruppo di guardiesi che evidentemente pensa di fare come i portoghesi. Poi, preso il microfono, fra una tartina e un gamberetto, tuonerà le sua parola d’ordine: “Via alle danze”. “So’ ragazzi”, continua a ripetere mentre saluta i suoi. Forse nemmeno lui si rende conto che quelli in realtà non so’ ragazzi ma i danzatori guardiesi, seppur in versione agenti del Folletto in gita premio…
Venghino signore e signori, venghino! Caro Sindaco, aridacce almeno un po’ di dignità dell’istituzione che oggi sotto il solleone di questo paese sembra essersi perduta.