Moriremo panziani (e ci sta bene)

Moriremo panziani. Ormai è certo. Forse è un bene, forse è un male, prendetela come volete, forse non è nulla, forse è che in questo paese non siamo capaci di fare altro che perderci nel caldo abbraccio di Floriano. Forse è che siamo fatti così, succubi del bizantinismo guardiese, forse è che siamo nati un po’ tutti panziani nell’anima e nello spirito, forse è un bene, forse è un male, forse non è nulla, ma non riusciremo mai a cambiare, questo è certo. Parliamo di chiarezza, ma ci piace il compromesso: che non dà fastidio a nessuno. Moriremo panziani perché in fondo ci fa comodo così. Sognavamo l’alternanza, la chiarezza degli schieramenti. Dicevamo: non moriremo panziani, perché dobbiamo diventare grandi e prenderci le responsabilità,  gli elettori guardiesi sceglieranno nell’urna e finiranno le manovre di palazzo, i voti di scambio, basta con i vertici segreti e le beghe del retrobottega. Dicevamo: non moriremo panziani perché sarà tutto alla luce del sole, come lo era fra berlusconiani e antiberlusconiani, chi vince e chi perde, bianco e nero, chi sta da una parte e dall’altra, avremo finalmente chiarezza e trasparenza, basta con la politica strapaesana fondata sull’inciucio e sull’opacità. Dicevamo: non moriremo panziani perché abbatteremo una volta per tutte il clientelismo di Floriano che interpreta le regole per gli amici e le applica per i nemici, porteremo una ventata d’aria fresca nelle asfittiche stanze del Municipio, degli accordicchi al ribasso, dell’”una mano lava l’altra”, e “se tu dai una cosa a me, io poi do una cosa a te”. Dicevamo: non moriremo panziani, basta sprechi e favori, basta piccinerie, diventeremo grandi, è arrivata l’ora della libera e adulta responsabilità. Dicevamo tutte queste cose, appunto. Ma ora dobbiamo prendere atto che le abbiamo dette piuttosto inutilmente. Anzi: del tutto inutilmente. Moriremo panziani perché in fondo, siamo sinceri, in politica, a Guardia, diventare adulti è pericoloso, la libertà è faticosa, e far le cose alla luce del sole non ci piace mica tanto. Anche noi preferiamo l’ombra o almeno la mezza ombra, i colori forti ci fanno paura, meglio ripararsi dietro la mezza tinta, meglio rifugiarsi dietro le comode sicurezze antiche di Floriano. For ever Floriano, appunto. Non lo dico mica con cattiveria. Forse è un bene, forse è un male, forse non è nulla. Forse è che siamo fatti proprio così. Lo dico solo con un po’ di malinconia, a pensare a quel che volevamo essere, a quel che sognavamo, alla speranza di un paese diverso è che invece rimane sempre uguale a se stesso, ma soltanto più povero. Di soldi. E soprattutto di speranza. Moriremo panziani, è il nostro destino. Moriremo panziani, perché anche la storia a forza di ripetersi si annoia. Moriremo panziani e allora lasciatemi almeno il rimpianto, lasciatemi dire con un groppo in gola che non era questo che sognavo, che sognavamo, che è la sconfitta, forse anche la resa delle nuove generazioni e soprattutto di una generazione (la mia) che non ha saputo creare niente di meglio e che ora, per avere un futuro, non può fare a meno di rifugiarsi sotto l’ala protettiva di Floriano. Moriremo panziani e questo forse è il meglio che ci aspetta, ma che botta al nostro orgoglio: volevamo cambiare Guardia e invece, guarda qui, per sopravvivere siamo costretti a ricominciare da lì, dal caldo abbraccio di Floriano. Verrebbe voglia di andarsi a nascondere. Ma ovviamente non sapremmo dove nasconderci, se non sotto l’ala protettiva di Floriano.

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