Io non so darmi più una risposta: non so che cosa si possa fare concretamente per risvegliare la politica ma soprattutto le coscienze dei guardiesi. Quel che so e che la condotta dell’Opposizione deve rivolgersi al recupero di quei temi da battaglia propri dell’opposizione. Serve la grancassa. Allo stesso modo deve ritrovare lo spirito e i toni da campagna elettorale. È questa la strada. Però bisogna prima porsi domande autentiche perché alle domande autentiche non si può che rispondere con la verità. Detto ciò: ma l’Opposizione, ma l’Opposizione al sindaco Panza oggi che fa? Basta citarla tra noi guardiesi e già si avverte una corale riprovazione, come se la parola stessa contenesse in sé tutto il negativo che c’è a Guardia, e ne fosse anzi il concentrato e il distillato. L’amministrazione Panza è tutto quel che Guardia non dovrebbe essere, l’appellativo, il nome che racchiude il fallimento della classe dirigente che ci governa da anni, delle idee guida e dei suoi componenti sempre incapaci e iniqui per definizione. Un’amministrazione che si è liberata dalle idee senza rispondere alle istanze concrete, non ha risolto i problemi pratici dei cittadini, anzi ci ha inguaiati e poi si è arresa alla politica dell’apparire del suo capopopolo. Ha tolto i sogni senza rispondere ai bisogni. Un esempio, poco significativo, ma indicativo: sappiamo tutti che le iniziative promozionali messe in campo da questa amministrazione sono soltanto una mangiatoia per gli amici degli amici, punto. Non sono un’occasione splendida di rilancio per questa comunità, ma solo il mantra utilizzato dal sindaco per soddisfare il proprio ego. Per ripartire, Guardia non ha bisogno certo della bandiera sul castello e relativa pubblicità sugli elenchi telefonici (che so costa parecchie migliaia di euro), ma della cura dell’ordinario, i cittadini devono poter vivere in una comunità sicura, con un bilancio in ordine e trasparente, lavori pubblici fatti, devono poter andare in giro su strade sicure, in una comunità pulita. Raggiunto questo, che è il minimo sindacale, e se le risorse lo consentono, si può pensare a grandi eventi, grandi opere e grandi infrastrutture. E l’Opposizione? È desolante un’opposizione rinunciataria. Eppure eravamo un paese che credeva alla buona politica e che si divideva in maggioranza e opposizione, in etnie ideologiche e storiche d’appartenenza quasi come nessuno. È desolante la risacca dell’Opposizione che si ritira lasciando carcasse alla deriva.