Ebbene sì, sono contro. Sono contro per una specifica natura. Sono contro perché di solito chi è contro è insieme reduce da glorie passate, immaginarie il più delle volte, e in transumanza verso altri orizzonti non meno luminosi. Sono contro perché avvoltolato di buone intenzioni e spesso satollo di stratosferico egocentrismo (mica soltanto lui). Sono contro perché procedo. Di più: perché procedo veloce. Politicamente: credo sempre di avanzare. Orizzonti, va da sé, di gloria. Certo, di gloria (che so’ Pasquale, io?), che, si capisce, prima o poi pure me rivestirà. Sono contro perché, pure questo si sa, sono per natura scomodo e rompiscatole. Sono contro perché la mia tipicità è la lamentazione. Sono contro perché credo (poveretto me) in buona fede al mio paese, che il mio paese partecipi, il paese che soltanto mi ignora. Sono scomodo, rompiscatole e purtroppo sin da ragazzo largamente incompreso (la voce del genitore uno che risuona nelle orecchie: trovati un lavoro!), perciò per natura errante: errante ma sempre connesso. Sono contro perché mi tiro dietro un’approssimativa comprensione del mio paese, e una totale favolistica convinzione di averlo benissimo compreso. E passo da un antagonismo all’altro, da una lotta alla successiva, da un nemico a quello che viene dopo. E siccome la generale varietà potrebbe mettere a repentaglio la mia fragile coerenza, ho tutto ben chiaro nella mia testa (lì solo: e la testa, per quanto fornita a volte di disponibili meningi, basta e avanza). Sono contro perché, so: non ho le prove, non ho nemmeno indizi, ma so. Sono contro proprio perché so cose che lo confermano con certezza. Sono contro perché parlo con gente che pensa le mie stesse cose. Sono contro perché vivo dentro la sfera di cristallo. Io so. E mai dubito. Sono contro perché oggi in questo paese è tutto un allarme, un denunciare, un affanno rabbioso: …e basta! Sono contro perché raramente miro a convincere gli altri. Sono contro perché l’essere contro ormai non è più personale antipatia, giustificata indignazione, quanto sorta di oscura e professionale occupazione. Sono contro perché la possibilità di essere contro qualcosa è infinita. Io solo ne assommo quattro o cinque insieme (secondo l’indicazione di Totò, “abbondandis in abbondandum”). Sono contro perché chi è contro è spesso egocentrico (anch’io lo sono, e voi non sapete un tubo!). Sono contro perché chi è contro di solito è irritante: e io faccio incazzare. Sono contro perché chi è contro, di solito, sfugge i fatti concreti, le cifre, il mesto dare e avere (che palle!): vola alto sulle metafore, s’inerpica sulle vette dell’assoluto, non gli interessa tanto migliorare quanto piuttosto salvare il salvabile. E come se avesse ricevuto un consacrazione, una rivelazione, un’illuminazione, tronfio va all’assalto. Sono contro perché chi è contro ha il disprezzo facile. Sono contro perché chi è contro è assolutamente convinto di essere al centro delle mire di qualcuno che s’ingegna (ma a lui non la si fa!), per distruggerlo e silenziarlo. Sono contro perché chi è contro ha bisogno, essendo poi di scarsissima fantasia, del nemico eccezionale da poter elevare alla sua altezza. Sono contro perché chi è contro fatica molto a staccarsi dalla figura all’origine del suo (auto) celebrato antagonismo: ovvero Floriano Panza (e tutto il cucuzzaro). E perciò insiste, prolunga, intigna. Sono contro Floriano Panza (e tutto il cucuzzaro) , che tutto all’erta sta, a contrastare il peso gravoso della mia opposizione (bum!). Sono contro perché per il bene di tutti i contrari di questa comunità, non fosse altro, un po’ Floriano (e tutto il cucuzzaro) deve durare; perché poi arriva l’estate, il mare è alle porte, non ci si può mica mettere alla ricerca di un nemico sotto il solleone.