Mi scuso per non essere un moderato

Mi scuso. Mi scuso anzitutto con il supremo Sindaco Floriano Panza per aver proditoriamente insinuato che il politico più potente di Guardia da oltre 40 anni sia lui, mentre tutti sanno che sono io. Mi scuso per avergli attribuito ingiustamente le peggiori nefandezze, mentre è universalmente noto che tutte quelle brutte cose le ho fatte tutte io. Chiedo umilmente scusa al supremo Sindaco Floriano Panza e ai suoi fratelli telesini per aver aborrito il loro progetto di riconoscimento Unesco, mentre anche il leone in pietra dell’Annunziata sa che l’idea è mia. Mi scuso per essere a volte posseduto dal pregiudizio, per aver detto che il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Guardia lo ha scelto Floriano, e, anche se non spiegherà mai il perché, lo capiremo lo stesso, mentre è arcinoto che l’ho nominato io. Mi scuso per aver rifiutato di prendere lezioni da un così insigne statista: soprattutto di politica (chi mi conosce sa che ne avrei bisogno). Mi scuso per essere un polemista inguaribile. Mi scuso per non essere un moderato. Ma sapete che vuol dire moderati in questo paese? Il moderato in questo paese è colui che va piano, muove poco, vola basso. Non può essere la risposta adeguata ai problemi gravi della comunità, alla rabbia dei cittadini, al cinismo dell’amministrazione. Mi scuso perché l’espressione “moderato” non mi dice nulla, non suggerisce un’idea di amministrazione, un progetto per Guardia, una cultura, un’identità; indica solo una temperatura. Mi scuso per non essere un moderato. Perché a me piacerebbe, al contrario, vedere cittadini e movimenti moderati nei modi e nei costumi, perfino eleganti nei toni, ma radicati e radicali nei contenuti e nelle proposte. Diciamoli gentili, definiamoli garbati e rispettosi degli altri, avversari inclusi; insomma con stile. Ma i contenuti no, a Guardia non possono essere moderati. Mi scuso con loro: perché troppo moderati. Perché insistono nel piangersi addosso, crogiolandosi, arroccandosi e incattivire in un dorato e sdegnoso isolamento dal mondo esterno, visto immancabilmente come ostile e incomunicabile. Mi scuso per aver negato di aver detto ciò che non ho detto: e cioè che i moderati guardiesi sembrano aver capito la lezione, mentre invece, con le loro mancanze, stanno regalando immense praterie a Floriano e i suoi. Mi scuso per aver posto loro domande che non aspettano risposte perché nessuno, purtroppo, ha la voglia per darne, ma che mezza Guardia si pone. È vero che forse anche l’altra mezza… Ma non è una consolazione. Mi scuso per non essermi accorto che in questo paese nessuno crede, nessuno vuole il cambiamento. Perché cambiamento significa movimento. Movimento significa dissenso. Il movimento o il cambiamento senza dissenso o conflitto appartiene solamente al vuoto rappresentato da un mondo astratto che non esiste. Cambiare tutto per non cambiare niente: scrive Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Mi scuso perché oggi, dopo averlo auspicato, sostenuto, supportato, non so chi è, cosa dice, cosa fa chi del cambiamento ha fatto lo slogan elettorale nel momento in cui il sindaco annaspa e dimostra di non essere il dispensatore di miracoli che forse molti elettori hanno creduto che fosse. Si possono fare cose splendide per questa comunità, ma se poi la gente non le viene a sapere, strillare sulla stampa (sai che novità) non serve. Mi scuso per aver io tentato di negare l’evidenza, cioè che a governare Guardia sono io. Ma mi han subito sgamato, così i miei dieci elettori non mi voteranno più e potranno alfine votare per Floriano. Mi scuso perché l’ho sempre pensata così e non ne ho mai fatto mistero. Mi scuso, inoltre, con i lecchini preventivi che allungano le lingue per beatificare Floriano come un genio, un eroe, uno statista di fama planetaria, dalla “schiena dritta”, capace perfino di “sorridere”. Mi scuso per aver interrotto il loro idillio con l’incolpevole Floriano che annuiva ed elogiava il loro buonsenso, ampiamente ricambiato, in un commovente minuetto contro chi da anni (giustamente) lo critica e racconta i suoi altarini (veri, o presunti tali). E finché c’è soltanto il sottoscritto a criticarlo, Floriano può tranquillamente infischiarsene (p.s.: sono patetici i tentativi di dipingermi isolato). Mi scuso di non essere un moderato ma una persona perbene, che non alza la voce, non insulta, rispetta il prossimo. Mi scuso se la mia correttezza viene scambiata per accondiscendenza, mentre tutti sanno che sono un gran paraculo. Mi scuso stavolta con la Comunità intera, per non aver colto il nesso inscindibile tra fare opposizione “moderata” (sia pure, bisogna riconoscerlo, sottovoce e urbanamente) e lo sparare cazzate nel mucchio. Mi scuso con la Comunità tutta, per aver colto la differenza tra l’insulto e la critica. Mi scuso, con chicchessia, per non esser nato pecora che bela o tace al fischio del pastore. Mi scuso per aver trascurato Floriano proprio ora che questi s’è incoronato da solo come Carlo Magno, proprio quando stava per convincermi: ancora dieci secondi, e avrei confessato che ho sempre votato per lui… Persino quando il candidato ero io.

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