Attenzione, una malattia letale sta colpendo in massa i cittadini guardiesi, portandoli all’apatia. La chiameremo la malattia di Eraclito perché si manifesta con la tendenza a lasciare che in questo paese tutto scorra. I sintomi sono tanti e li attribuiamo al disinteresse dei giovani – fortuna poi che molti di loro se ne vanno -, al distacco dalla politica o alla rete. Cresce la disaffezione per l’interesse pubblico, la promessa d’astensione, la nausea generale verso lo scenario politico attuale. Appare vano ogni distinguo politico. Si vede che era tutto uno scherzo. Cresce la popolarità e il potere del Papa Re. Simbolo di un mondo, che al di là della bulimia di potere non ha più nulla. Decresce il numero dei critici e la motivazione principale è sempre la stessa: tanto tutto scorre. Neanche la fatica di una discussione da bar. Cresce il numero di tifosi, di imboscati, di renitenti allo scontro, di refrattari al dibattito. Cresce la nausea per le facce e le parole di sempre, per il loro mimetismo variabile e il ricalcolo quotidiano di altri. Cresce l’incapacità d’indignarsi per corruzione, malaffare, privilegi. In un circolo vizioso nel quale il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Il cittadino guardiese, non protesta ma si sfila. Ficca la testa nella sabbia del suo privato, della rete, di Facebook, di whatsapp e delle ipocondrie personali. Dall’alto di questo medagliere olimpico, non possiamo che guardare con rinnovata fiducia al futuro e con profonda gratitudine a chi ci amministra, che, capriccioso e dispettoso com’è, continua a non dirci quando se ne va. Comunque, grazie Floriano per averci salvati dal baratro, alla faccia dei pessimisti e di quelli che come me vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Avanti così, mi raccomando. Ma con più ritmo.