Prendiamo a prestito un aggettivo della lingua italiana: egocentrico. Decliniamolo in maiuscolo, Egocentrico, e dedichiamolo al più importante politico del panorama guardiese, Floriano Panza. Sì, insomma, se volessimo utilizzare un aggettivo colloquiale per definire Floriano sarebbe difficile trovare qualcosa di meglio: “Egocentrico” va bene. Ma per capire questo straordinario personaggio occorrerà procedere a una analisi “soft” dei suoi comportamenti, ad una vera e propria “Fenomenologia di Floriano”, dove, si intende, con questo nome è indicato non l’uomo, ma il personaggio.
Ebbene i modi di Floriano sembrano piacere a tanti, a troppi in questo nostro paese, con la gran parte dei cittadini notoriamente sempre alla ricerca dell’uomo della provvidenza: una situazione da guardare con sospetto. Più precisamente Floriano è ciò che i guardiesi ammirano, ciò che vorrebbero essere. Un tipo al quale si affiderebbero pure i propri risparmi non per particolare fiducia bensì per poterne ricavare un interesse maggiore. Egli è un furbacchione, uno ricco di risorse. Un ottimista. Uno che capisce al volo dove tira il vento e si adegua, ovviamente per i propri scopi. Insomma, considerato il contesto “antropologico” di Guardia, non c’è da stupirsi del fatto che da oltre un quarantennio Floriano abbia fatto breccia nel cuore dei guardiesi. È un politico riveduto e corretto, che ha creato a Guardia una Democrazia Cristiana 2.0 popolata di giovani yesman, da paninari invecchiati, droidi impalpabili e gattopardi mai fuori moda, che durerà ancora a lungo: forse dieci anni e più. Altro che ritirarsi dopo “il secondo giro”, come dichiarato in campagna elettorale.
Floriano pone gran cura nell’impressionare l’opinione pubblica (oltre quaranta camper… boom di turisti… puntare al turismo ed alla valorizzazione e fruizione del territorio sono tra gli obiettivi di questa Amministrazione… ecc.). Dimostra sincera e primitiva ammirazione per l’intellettuale, il giovane laureato, per l’artista, specie se forestiero, kitsch, di tendenza. Di costui in particolare ama porre in luce le qualità, la metodologia. Della cultura in generale, invece, ha un criterio raramente qualitativo. Professa una stima e una fiducia illimitata verso le persone socialmente qualificate. L’ammirazione per il laureato di Floriano (a maggior ragione se giovane e di sesso femminile) tuttavia sopraggiunge quando, in base alla preparazione, si viene a guadagnar anche denaro. Perché Floriano ha una nozione borghese del denaro e del suo valore. Come i bambini, conosce le persone per categorie. È paterno e condiscendente con gli umili, deferente con i potenti. Elargendo incarichi e prebende, quindi denaro, è istintivamente portato a pensare, senza esprimerlo chiaramente, più in termini di elemosina che di guadagno. L’unico mezzo di ascesa in cui mostra di credere è rappresentato dalla schiatta e dalla provvidenza. Parla un basic guardiese (con la “t” declinata al posto della “d”). Il suo linguaggio è rigorosamente auto-referenziale.
Floriano è privo di senso dell’umorismo. Egli ignora la dimensione tragica della vita. Ride perché è contento della realtà, non perché sia capace di deformare la realtà. Evita la polemica, anche su argomenti leciti. La vicenda della capatina in Portogallo, come era facile prevedere, si è tramutata in una sbornia propagandistica (qualcuno disposto a fargli da Istituto Luce lo trova sempre). C’era da aspettarselo. Non che non avesse altro da fare, tipo rispondere su alcune vicende giudiziarie che hanno interessato (di rimbalzo) il Comune: ma pazienza. Si è fatto perfino delle foto ricordo (uno scatto da consegnare ai posteri), ovviamente a beneficio della stampa e dei social network. Poi tutto è passato in cavalleria. A Floriano, a un Egocentrico di tal fatta, si perdona tutto. E lo si applaude pure. Qualcuno a Guardia, sono certo, gli avrebbe fatto persino un bonifico a quel bel faccione pur di vederlo soddisfatto per il “patto d’amicizia”.
Rispetta comunque l’opinione dell’altro, non per proposito ideologico, ma per disinteresse. Gioisce sinceramente col vincente perché onora il successo e perché spera di cooptarlo. Cortesemente disinteressato al perdente, si commuove se questi versa in gravi condizioni e si fa promotore di una gara di beneficenza. Di solito Floriano ama scegliersi i nemici, o persino crearseli quando non esistono. Chiunque lo sfidi o venga sfidato, per mera giustapposizione, diventa subito il “nemico” (qualunque cosa oggi voglia dire). Non fa il piacere di citare gratis qualcuno, conosce bene le regole del marketing, della politica e della vanità. Sa bene che in politica non conviene dare dignità di avversario a chiunque lo attacchi, magari per farsi un po’ di pubblicità. Per questo, quando Floriano vuole ignorare qualcuno, semplicemente non ne parla; gli nega così un “selfie”, metaforicamente parlando, con lui.
Floriano – sempre sia lodato – rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque a Guardia (fortunatamente) si trova già al suo livello.