Dico a voi, cittadini guardiesi (e anche a me stesso), che navigate nel web, usate il pc, lo smartphone e l’i-pad, chattate, twittate, condividete, siete collegati in permanenza, rappresi, in uno schermo, in un display; dove c’è tutta la nostra vocazione alla chiacchiera ma dove anche il mondo mentale si restringe, le vedute si fanno sempre più corte, l’orizzonte è nano, i discorsi sempre più frammentari, il pensiero si riduce a una modalità d’accesso, rendendo tutto superficiale. A voi, che mettereste “Mi piace” persino sul profilo di Belzebù. Ne constato giornalmente la presenza col ghigno dell’ironia indagando fra i circuiti elettronici del pc e dello smartphone. A voi, chiedo: serve discutere e affrontare e risolvere i problemi di una comunità complessa come la nostra su di uno schermo?
Vogliamo dirci la verità, senza ipocrisie e fuori dai denti? Non serve a nulla. Non serve a nulla consegnarla al veleno inimicale da social network. Al mercato dell’odio virtuale. Non serve a nulla consegnare questa comunità a una piazza nata solo per onorare l’Amicizia e finita a celebrare il male, la cattiveria, la maldicenza. Non serve a nulla affidarla al mondo virtuale, e poi non fare nulla per renderla interessante, appetibile, vivibile: assolutamente nulla. Non serve, se non a farne crescere la disistima, il senso che tutto è perduto, la resa di chi ancora vuol combattere per la sua rinascita. Come se non bastassero lo sfregio delle istituzioni, lo scarso senso civico, l’ignoranza, le coltellate alla schiena dell’amministrazione Panza, di una classe politica cinica e incapace, la rassegnazione di quegli stessi cittadini guardiesi che hanno perso la speranza di rialzarsi.
Non sono contro la tecnologia a prescindere. Non so se saprei rinunciarvi, comunque non vorrei rinunciarvi. Vorrei solo che quella bacheca formidabile rappresentata dai social, questo cordone ombelicale moderno, fosse soltanto una delle opzioni di vita in questa comunità, uno dei momenti a cui dedicare un tempo limitato. Chattiamo a voce. Apriamo le finestre.