La grande fiera delle banalità

ballaròDiciamoci la verità: ma quanto si può ancora resistere agli impareggiabili cazzari tuttologhi che da giorni e giorni imperversano su tutti i canali televisivi? Parlamentari, ministri, politici, opinionisti, tuttologhi dal sapere immenso, che sanno tutto di tutti, una ineguagliata passerella continua di straccia cojoni, di nani e ballerini contemporanei, corifei di Renzi, falsi come una banconota da 80 euro, oggi tristi e preoccupati di non partecipare abbastanza alla fiera che porta dritto ai poveri morti delle stragi parigine; ex militari, opinionisti, politicanti, cazzutissimi analisti su strategie antiterroristiche, derivate da abbonamenti al Mossad, tessere fedeltà di Al Qaeda.

La litania dell’ipocrisia. Un disastro di ipocrisia. Siamo tutti francesi, persino il sindaco sul pennone del Municipio ha messo la bandiera francese. Siamo bandierine francesi su un profilo virtuale. Siamo tante cose a comando, a richiesta, come le fermate dell’ascensore.

Come resistere alle estenuanti maratone televisive – talk, dibattiti e arene – dove si perpetua il modello della rissa e del pressapochismo banale in uso quotidianamente sul tema preferito del giorno: il terrorismo islamico? Tuttologhi che ci ricordano, ogni due minuti, che ci potrebbe arrivare addosso una pallottola di Kalashnikov, che qualcosa potrebbe saltare per aria anche da noi. Urla, strilli. Poi ancora mappe, titoli, sottotitoli… interruzioni pubblicitarie. Opinioni, opinioni, opinioni di esperti di tattica militare, di politologi, di scienzoidi. Altra categoria i politici tengo famiglia (Emanuele Fiano, Minzolini, Serracchiani, Santanchè, Salvini, Fratoianni, ecc…): li abbiamo visti all’alba, reduci da Linea Notte su Rai tre, lì seduti negli studi di Uno Mattina, di Omibus, Agorà, Skytg24, a raccontare che hanno passato la notte davanti alla tv con i figli – tutti tengono figli adolescenti – a spiegare che questa è una guerra mondiale diversa dalle due precedenti. Per la serie il politico pedagogico. Un altro opinionista (Rondolino), che a rullo era già stato all’aria che tira e in altre due trasmissioni diverse, ci racconta che noi italiani non abbiamo abbastanza paura. Bisogna avere più fifa, dice il neo-renzianissimo opinionista, e vedrai che si combatte meglio il terrorismo. Il top, per la serie il “buttiamo tutto in vacca” della performance politica è Salvini che dà del matto al ministro degli interni Alfano e Fedriga che, su La7, invita l’esponente del Pd a tacere perché lo Stato ha dato 120 milioni di euro per salvare l’Unità. Che dire? La fortuna è che i francesi non guardano la nostra tv.

Siamo in guerra. Reagire. Ma che vuol dire reagire? Siamo in guerra. Ma che vuol dire siamo in guerra? Che ci mettiamo l’elmetto e il fucile in spalla e partiamo per la Siria? La nostra vita, nei passi quotidiani, un’ora dopo i fatti tragici di Parigi era già normale. Chi il giorno dopo va a lavorare ci va e, se si trova in un centro commerciale, non penserà alla bomba. È uno stato emozionale che dura qualche giorno e finita lì. È successo lo stesso dopo gli altri attentati. E succederà ancora. Parlamentari, ministri, politici, opinionisti, tuttologhi. Tempi da riempire. Pubblicità. Soluzioni reali, immaginifiche. Mistificazione totale. Interruzioni. Un terrorista è in fuga, forse è in Italia sulla Sa-Rc, che il mondo sta per finire, che Nostradamus l’aveva detto e che Oriana Fallaci l’aveva scritto. Quel che è davvero paradossale è che a scrivere, manipolare la cronaca, per piegarla a voleri superiori, a sussurrare o gridare a comando, a informarci sulle realtà e verità suggerite nel totale insolente disprezzo del loro dovere e dei nostri diritti, in modo da contribuire preventivamente a creare una memoria collettiva drogata o mutilata, troppo affollata, ormai, di immagini, suggestioni, bugie, trucchi, tanto da farci desiderare l’oblio, siano i giornalisti. Altro che tv, ormai l’unico che ricorda, senza limiti, senza censure, senza incertezze è Google.

Che palle! Tutto già visto, tutto scontato. Tutto drammaticamente banale. Cazzate, non cambierà assolutamente nulla. Quando e se l’Isis colpirà Roma o qualsiasi altra città europea succederanno esattamente le stesse identiche cose. Migliaia di citazioni tratte da la Rabbia e l’Orgoglio di Oriana Fallaci postate sui social, Salvini che scrive su Facebook, quelli del Pd che gli daranno dello sciacallo, Libero che urlerà in prima pagina, quelli del Pd che si indigneranno per quello che non considerano giornalismo, chi vorrà sterminare tutti gli islamici, chi distinguerà perché non vorrà fare di tutta l’erba un fascio. Potrei andare avanti all’infinito ma già sono abbastanza annoiato.

Di fronte a questa grande fiera della banalità, mi sembra doveroso mostrare ai miei cinque o sei lettori l’unico sprazzo di autentica genialità che abbia visto sulla Rete in queste ore. La cosa più divertente e allo stesso tempo ragionevole che abbia letto. È una scritta su un muro. All’autore darei il Pulitzer visto che sui giornali non ho ancora letto un concetto così intelligente: “Isis, con le mani quando volete“. Cosa ci dice questa scritta? Di metterci il cuore in pace. Siamo nelle mani di reduci della Ruota della fortuna, di Alfano, della Pinotti, di Gentiloni… della Boldrini. E tra meno di un mese tra l’altro c’è un Giubileo che ci stamperà sulla fronte i cerchi concentrici del bersaglio.

Speriamo bene.

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