Dalla Casa Comunale al Palazzo di Vetro, dalla riva del Calore alla sponda dell’East River. Guarda oltreoceano Floriano che, sorretto dalla sconfinata ambizione e da un ego ipertrofico, punterebbe all’incarico di rappresentante permanente italiano all’Onu. L’indiscrezione circola da qualche giorno e viene confermata da autorevoli fonti beneventane del Pd secondo le quali l’aspirante diplomatico ne avrebbe parlato direttamente con Del Basso De Caro.
E così, tramontata l’ipotesi di occupare l’ennesima poltrona presidenziale e con un Montecitorio che si allontana a vista d’occhio (terreno accidentato e poi il premier Renzi ha già fatto capire che si voterà forse tra una decina d’anni), a Floriano non resterebbe che chiedere asilo all’Onu. “Qualsiasi cosa pur di non rimanere altri cinque anni a Guardia”, sentenzia un notabile dell’entourage di Floriano, uno che lo conosce bene, sottolineando l’eccessiva “passione” internazionale del primo cittadino che da quando si è insediato in Municipio, oltre a stipulare mutui a carico della comunità, ha ricevuto più delegazioni straniere di Ban Ki-Moon nei cinque anni del primo mandato. E non è un caso che abbia assoldato un impegnato comunale, novello immobiliarista, con ottima padronanza della lingua inglese scritta e parlata che lo affianca nella sua intensa attività di relazioni con mezzo mondo.
Sul piano strettamente normativo non vi sarebbero vincoli giuridici a impedire la nomina di Floriano a una sede così prestigiosa. Sfiderà anche questo tabù? Chissà. Di certo per la candidatura Unesco non si sarebbero più ostacoli e per l’attuale sindaco di Guardia si tratterebbe del coronamento di una intensa vita politica che l’ha portato, tra le altre cose, a vestire i panni di presidente in ben due Principati (Benevento e Salerno).