Al centesimo articolo dedicato a Guardia non c’è più niente da fare, dire, spiegare e tantomeno analizzare. C’è invece da assistere, con contegno e abiti adeguati, alla cerimonia funebre della “Straordinaria gemma del Sud” di causiana memoria.
Ore e ore, pagine e pagine di analisi, osservazioni, opinioni, critiche, hanno scolpito nella mia testa (e non solo nella mia) un concetto chiaro e forte: cioè che anche offrendosi senza pregiudizi a questa comunità, e buttando il cuore tanto oltre l’ostacolo (che poi è un guaio trovarlo), qualsiasi proposta ha esaurito sia il suo senso che il suo dissenso, a questo punto ormai inutile da professare.
Povera “Gemma”. Oggi la scena che ci troviamo davanti (augurandomi che ci sia ancora qualcuno che crede in questo paese) è quella di reduci post-atomici senza speranze e credo. Guardia è solo una location per girare un episodio di “House Hunters International”, un set disabitato di giovani, lavoro e vitalità. Non una comunità democratica ma un sistema solare. Florianocentrico. Lui al centro e tutti ruotano intorno. Dove ai capaci e meritevoli è decretata l’estradizione e ai migliori è revocato il permesso di soggiorno. Abitato da tanti piccoli Shoichi Yokoi (il soldato giapponese nascosto per 28 anni nella giungla sull’isola deserta). Condotta da chi, semplicemente sfila sulla scena, un uomo e una donna in segno di novità, su un red carpet di avventurismo e ignoranza verso l’agenzia interinale Casa Municipale, in cui si specchia il leader Narciso. Un corteo accompagnato dal requiem degli opinionisti da bar e dal metronomo narrativo dell’idolo locale, indistruttibile padrone di Casa.
È finita, signori. Lontano è il tempo in cui si poteva davvero pensare di buttarlo giù dalla rupe. Resta solo il conforto e l’entusiasmo dichiarato di scoprirsi trend topic su Facebook. Che non significa approvazione e soddisfacimento delle aspettative del popolo, ma scorciatoia per digerire meglio l’abbuffata di furbesco in campo. Ma va bene così. La faccia è salva. Di una cosa però sono convinto, prima di estinguerci, organizzeremo una memorabile festa d’addio a base di panzanella e falanghina e finiremo tumulati in bignè di cremazione pasticcera: gentilmente forniti da Geppino.
Povera “Gemma”; da piccolo, mentre ti osservavo da lontano, speravo crescessi meglio.