Il sindaco (per mancanza di prove)

foto municipioIl sindaco (per mancanza di prove) di Guardia ripete sempre che amare Guardia significa non dire ciò che non va. Significa soprattutto non sparare su Guardia se davvero la si ama. Che invece occorre mettere in evidenza il bello del nostro territorio, la sua peculiarità. E non le cose brutte, quelle che a Guardia non vanno, i problemi, il malaffare, il clientelismo, il familismo, le deviazioni del potere, che non vanno mai raccontate e denunciate. Anzi dico di più, non vanno neanche contrastate.

Ciò che accomuna, ciò che unisce tutto questo, è la demagogia. La “visione”, l’ottimismo del sindaco, proiettato nella politica e nella società guardiese, è diventato il suo unico messaggio e contenuto e anche la sua unica legittimazione per amministrare. Lo ha sostenuto come un mantra nei cinque anni di amministrazione appena trascorsi (ribadito oggi assomiglia a una sorta di ammissione di colpa rispetto alle cose che la sua amministrazione aveva promesso allora e non ha fatto fino ad oggi); lo ha ripetuto in campagna elettorale dal pianerottolo di piazza Castello, commentando un video che metteva in risalto le “brutture” di un paese in declino per colpa della sua amministrazione incapace: lo ha riaffermato rivolgendosi ai guardiesi e barattando l’ottimismo col consenso.

È notorio che quando si esce sconfitti da una competizione elettorale, quando non si è alla guida di una comunità, quando si è opposizione, quando si sta dall’altra parte, si sottolineano solo gli aspetti che di quella comunità non funzionano, quelli che vanno cambiati. D’altronde, chiunque faccia campagna elettorale promette che la propria sarà l’amministrazione del fare, delle azioni e che le promesse saranno mantenute. Poi accade inesorabilmente che quando si va al potere il racconto della propria comunità che si vuole fare, e l’unico che si accetta di ascoltare, sia tutto concentrato sulle bellezze naturali e sull’amore che ciascun cittadino dovrebbe provare per il proprio paese. Ma tra l’amore che ciascun individuo prova per la propria terra, quell’amore che il nostro caro sindaco continuamente ci invita a esternare, e la realtà dell’azione (o meglio, inazione) amministrativa, non esiste alcun legame. Se non la constatazione che la storia, il territorio, l’enogastronomia, le bellezze di Guardia che siamo costantemente invitati a decantare, al nostro sindaco, ai nostri amministratori, non devono nulla.

Esse esistono e resistono nonostante il sindaco non grazie al sindaco.

Quel che è sicuro è che oltre questa linea rosea, nel primo cittadino guardiese non c’è nessuna elaborazione ideale e intellettuale del suo pensiero, nessuna visione, è un fenomeno sorto molti decenni addietro esclusivamente sull’interesse personale e di parte, sul vuoto e sul collasso di ogni altro orizzonte politico e culturale locale. Già, il vuoto riempito di vuoto. E il successo del sindaco sta proprio nell’occupare quel vuoto politico-culturale che alligna nel panorama guardiese. Un vuoto politico-culturale specchio di una società oziosa, pigra.

In un Paese in cui deve essere un vizio, deve essere normale amare la propria comunità, ed è considerato deprecabile sottolineare ciò che non funziona, non c’è spazio per alcun miglioramento. Certo, non è sempre così, naturalmente, ma è troppo facile per il nostro sindaco invitarci ad amare Guardia e a non denunciare ciò che non funziona. Troppo facile e autoassolutorio. E questo non si può accettare, perché compito del primo cittadino e dell’amministrazione che guida non è solo difendere la bellezza di un territorio, ma dotare quella bellezza e l’amore per la propria terra di vivibilità per tutti i suoi concittadini, e non solo per gli artisti e gli amerindi. Quando questo non accade, il primo cittadino ha fallito miseramente e non deve in alcun modo appropriarsi di un patrimonio che non gli appartiene, che non appartiene a nessuno, ma che (questo sì) è patrimonio dell’umanità guardiese. Un patrimonio, non solo dell’Unesco, ma della storia e della tradizione di questa comunità, che la cattiva gestione – anzitutto morale, e sottolineo morale – del sindaco e di questa amministrazione sta compromettendo.

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