La scorsa settimana è stata una grande settimana per i panziani. Specie quelli da tastiera. Su Fb, in merito alla presenza a Guardia della troupe televisiva di House Hunters International, fra i tanti “Mi piace” (obbligatori) e qualche commento estasiato (pochi, un paio), mi ha colpito un commento quasi banale e venato di demagogia, che conclude così: “Sarebbe molto bello far sventolare sul nostro castello, accanto al vessillo locale ed al nostro tricolore anche la bandiera a stelle e strisce…”.
D’accordo: non è un momento particolarmente felice e di progressi fenomenali, proprio a Guardia, all’orizzonte non se ne vedono e non è che in questi anni la comunità è rimasta bloccata: è proprio scivolata all’indietro (e chissà chi è il riluttante al cambiamento). In più siamo in una fase di generosità preventiva post-elettorale e dunque non richiesta, inevitabilmente poco spontanea, che intenderebbe sostituire la più espressiva arte della ruffianeria – nel rapporto che lega cittadini guardiesi a potere panziano -, con un tenue ma altrettanto significativo chiudere gli occhi di fronte a situazioni (quali quelle del nostro centro storico) che, a mio avviso, meriterebbero – almeno – un’alzata di sopracciglio. E invece in questa comunità l’arte del chiudere (o dischiudere, se preferite) gli occhi è diventata quasi un’abitudine, la norma.
D’accordo: questo inizio di Panzanesimo 2.0 è certamente costellato di benevolenza e apparente mitezza, ma simili commenti – evidentemente, di uno votato alla corte – fanno tenerezza.