Il Bonaparte di Guardia

napo13In politica come nei rapporti sociali se vuoi avere successo in questa comunità (ma non solo), prometti tutto e non mantenere nulla. Sugli impegni presi, da disattendere con orgoglio, se ne faceva vanto un certo Napoleone Bonaparte. Con qualche secolo di ritardo quel consiglio lo fa suo il Bonaparte da Guardia Sanframondi che con la mano nel panciotto, riferendosi all’approvazione del Bilancio, assicura l’inverosimile: «Con l’iniziativa “VinSannio”, ben 250.000 euro (soldi pubblici che sicuramente si sarebbero potuti usare per tamponare molte delle emergenze ataviche della comunità), punta al riconoscimento Unesco». Ha detto proprio così! Lo stanziamento di ben cinquecento milioni delle vecchie lire in ricchi premi & cotillon per un improbabile se non impossibile riconoscimento Unesco (ricordo solo che a tutt’oggi in Italia sono oltre quaranta le richieste di riconoscimento al patrimonio Unesco, tra cui il paesaggio del Chianti, del Prosecco, ecc…, e una lunga sequela di monumenti storici e paesaggistici): più che una genialata alla Matteo Renzi ricorda un classico spot di andreottiana memoria.

Per carità, da che mondo è mondo il consenso si ottiene e si mantiene anche con le frottole ma un po’ di serietà, in tempi di crisi – dove di là di una carità pelosa non si va -, di disoccupazione giovanile record, pressione fiscale senza pari (soprattutto la fiscalità locale), non guasterebbe. Prendiamo, dunque, l’esternazione sul riconoscimento Unesco del Bonaparte nostrano per quella che è: l’ennesima rappresentazione della nuova era napoleonica guardiese. L’ennesima recita della compagnia di avanspettacolo che amministra questa comunità, col primo attore sempre in cerca di polli da spennare per mettere su lo spettacolo paesano, con le comparse che non sanno la parte e nemmeno sgambettare, unitamente a quel pantheon di cervelli, talmente prestati alla militanza da essere già fritti. Un primo attore però – grazie ad una stampa locale assoggettata fino al ridicolo e a comunicati stilati in forma di cinguettio – maestro di comunicazione, Habitué di passerelle tra alucce di guardiesi plaudenti: una claque ben prezzolata. Un primo attore bugiardo matricolato che chiama nonnetta la vecchietta ultracentenaria, ma forse in ragione di ciò, convincente per chi in questa comunità non vuole altro che credergli per non pensare, per ubriacarsi del vino di illusioni fasulle e delle speranze infondate. Un primo attore che immagina che, quando nel 2040 per raggiunti limiti di età sarà costretto a ritirarsi dal proscenio, potrà rivedersi i filmati, rileggersi i suoi interventi, le sue performance, i primi piani su Rai Tre, sulla Cnn e su Al Jazeera, le mossette e le sghignazzate. Ma non la sala deserta che invece merita e che gli dobbiamo se a Guardia Sanframondi abbiamo conservato ancora un po’ di dignità.

Si, il teatro si addice al Bonaparte di Guardia Sanframondi. Intanto perché comunica sicurezza, fiducia, di chi recita appunto, e perché oggi ha capito che non è necessario il consenso per restare sul palco, tanto il pubblico lo applaude comunque, anzi, non vuole neppure più partecipare, esprimersi, se non con gli applausi a comando. Un pubblico a cui non piace il brivido della scena, estasiato e euforizzato, perché la narrazione del Bonaparte di Guardia Sanframondi gli permette di confondere presente con futuro, singolare e plurale, promessa e menzogna, illusione e realtà, come vuole la legge dello spettacolo, l’unica ormai davvero inviolabile in questa comunità.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...