
Ognuno ha le sue perversioni. Noi siamo irresistibilmente attratti dal mondo fantastico e fantascientifico di quella che a Guardia qualcuno ancora si ostina a chiamare “Politica”, popolata di supereroi fantasy usciti dalle matite dei nuovi artisti ospiti.
Guardia tutta – basta tendere l’orecchio nei bar – è dilaniata da roventi dibattiti sul futuro prossimo di Di Lonardo. Specie da quando ha letto un volantino di “Guardia sei tu” che “invita il sindaco a dimettersi, perché ci sono i Riti”. Ma nel Paese di Sottosopra non c’è trippa per gatti.
Primavera, cambio di stagione. L’ultima moda: davvero l’amministrazione Di Lonardo dovrebbe rassegnare le dimissioni? A dirlo, in verità, sono in pochi, e molti di quei pochi non ci credono nemmeno loro, lo dicono per una sorta di offesa d’ufficio, come c’è la difesa d’ufficio. Pochi svogliati lo sussurrano nei bar, i pochi partigiani rimasti lo ripetono nei loro discorsi; il resto è recita e ipocrisia, gioco di ruolo. Nulla di scandaloso o di strano. È accaduto in passato. D’altronde, aveva già detto tutto Ennio Flaiano col suo immortale marziano Kunt: “Appena un alieno atterra nella Capitale, viene ricevuto, coccolato, riverito, sbaciucchiato, fagocitato, attovagliato, insalottito, interrazzato dalla Roma che conta. Poi inizia ad annoiare, da guest star diventa soprammobile, finisce spernacchiato o peggio ignorato e se ne riparte in astronave nell’indifferenza generale”. Nulla di cui meravigliarci, quindi. Vediamo solo quanto impiegherà Di Lonardo a capirlo. Visto che a Guardia sembra davvero di essere ritornati indietro di cinquant’anni.
Nel Paese di Sottosopra, chi non avesse ancora riso abbastanza (si ride per non piangere) non deve perdersi i commenti sui social dei cittadini, di chi alle ultime elezioni applaudì Raffaele Di Lonardo quando fece fuori Floriano Panza; e oggi, per coerenza, applaude Floriano Panza perché vuol far fuori Di Lonardo, quello che ha vinto le elezioni, per riprendersi Guardia con tutti gli altri, quelli che le hanno perse. E la colpa di tutto ciò è della maggioranza spaccata. Oh bella, e chi ha tifato per questa cosiddetta maggioranza che s’aspettava? Prima ammucchi di tutto di più poi ti meravigli se litigano? Ma viviamo nel Paese di Sottosopra, dove di geni se ne vedono pochi, infatti molti dicono cose strane, ma nessuno lo ammette. Tanto nessuno li scambierà mai per dei geni. Neppure per sbaglio. Nel Paese di Sottosopra, si può avere un giudizio critico, negativo, pessimo su questa allegra brigata di buontemponi chiamata impropriamente “Classe dirigente”, sull’amministrazione Di Lonardo, ma parlare solo di incapacità ad amministrare la cosa pubblica è davvero ridicolo, insensato. La critica più risoluta, ad esempio, da rivolgere a Di Lonardo è semmai quella di aver fischiettato per più di tre anni: di non essersi discostato, anzi, di essere la prosecuzione dell’amministrazione Panza (di cui, tra l’altro, faceva parte); di rappresentare per certi aspetti la punta più radicale di quella stessa linea.
In tutto questo, nel Paese di Sottosopra, oggi manca solo la domanda: e Floriano? L’ex sindaco, per ora resta a guardare. Qualcuno dice che passeggia fra i filari, in olimpica pace a praticare silenzio e compostezza. Il suo orizzonte resta chiaro: stare a vedere come si mettono le cose. Rimane a disposizione. Non si ritira, né si fa avanti. Calma e gesso, predica pure a chi lo conosce bene. Tra i suoi già c’è allerta sulle sue mosse. Che fa? Si ricandida alla Regione, o solo a Guardia? Ah saperlo. Però qualcosa farà. Si vedrà. Intanto, nell’attesa, la rubrica quotidiana “Floriano ha fatto cose” si arricchisce ogni giorno di nuovi prodigi. Con Lui al timone sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno. Tutte cose che accendono i cuori dei guardiesi. Perché nel Paese di Sottosopra il vero problema è di complicità e amichettismo – una nuova definizione già presente sulla Treccani da quando l’ha pronunciata la Meloni -, che sono poi i succedanei beceri e meschini dell’egemonia culturale di Guardia. Ancor peggio è il suo rovescio, ovvero le piccole congiure contro chi non è della combriccola, che viene subito squalificato e denigrato dal circoletto dei titolari esclusivi e legittimi del potere o dai loro famigli. Una setta imperante che non accetta alternanza, ma si ritiene investita per diritto divino dal potere.
Ecco: se oggi Guardia è il Paese di Sottosopra, se Guardia è ridotta così lo dobbiamo anche e soprattutto a loro, a questi lucidi e lungimiranti “uomini del fare” specializzati nel disfare buone amministrazioni (rarissime, tipo Ceniccola), per rifilarci patacche epocali che esistono solo nella loro fantasia e per i loro interessi di bottega.
Diceva Marx che la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Ora, visto il progressivo disfacimento di questo paese, attendiamo con ansia che ritrovino il loro spirito guida.