Gli auguri ve li ho già fatti a modo mio, evitando le banalità retoriche sfoggiate nella circostanza dai consueti paladini delle buone intenzioni a salve, sovrapponibili ogni volta a quelle degli anni prima e come sempre del tutto inutili. Di seguito ribadirò il mio, di pensiero, forse altrettanto banale ma di certo non proprio conforme alla narrazione comune, perché all’inizio del nuovo anno è bene scendere anche sul terreno della politichetta, del caso personale e degli interessi passeggeri… Così ci togliamo subito il pensiero.

Gli incompetenti (politicamente) sono sempre stati tanti a Guardia Sanframondi. Gli incapaci a gestire la cosa pubblica sono stati anch’essi una forza gigantesca nella storia politica guardiese. Tuttavia la folla degli incompetenti e la massa degli incapaci in fondo non avevano la pretesa di guidare questo paese, magari erano consapevoli dei loro limiti, tiravano a campare, non si mostravano arroganti. Il più delle volte avevano l’umiltà di chi non sa o non capisce e ne è in fondo cosciente; non si azzardavano a operare su tutto ciò che non sapevano o non capivano, o che non era semplicemente alla loro portata e alla loro comprensione. La novità perversa dei nostri ultimi tre anni è invece che – sempre per quel che concerne la gestione della cosa pubblica – l’incompetenza si è fatta presuntuosa, come la stupidità, e non solo: si compiace di sé, si esibisce, è pure vanitosa. È salita in cattedra, sul ponte di comando. L’uso recente dei mezzi di comunicazione come i social e gli smartphone poi, ha permesso anche la nascita del cretino presuntuoso e l’ignorante-arrogante, a loro volta fusi nelle persone chiamate a gestire la comunità, col disvalore aggiunto della vanità, della pretesa di celebrità e riconoscibilità. È comprensibile che di fronte a questo avvento barbarico di massa, si rimpianga la beata ignoranza o ingenuità dei politici di una volta derivanti dalla nostra società contadina premoderna, che almeno si accompagnava all’umiltà, a volte perfino alla vergogna, al pudore della propria insipienza e che poteva almeno aspirare a una minima estrema forma di saggezza. L’ignorante-arrogante che oggi siede sugli scranni comunali invece si alimenta di questa desertificazione della cultura e per altri versi la alimenta, la produce. Ma Guardia è questo, certi condizionamenti infettano più di un virus, e poi è difficile sottrarsi a certi meccanismi di azzeramento cerebrale. Pensare in maniera più evoluta degli zombie non viene del tutto istintivo come mangiare, non è un bisogno primario. Si può anche vegetare come tante comparse, trascinandosi stancamente dentro le proprie miserie fino a diventare vecchi. Spesso è proprio quello che succede, a giudicare dall’andamento delle cose. Bisogna esserci educati, a pensare. Bisogna imparare a conoscere e a capire per essere poi spiriti liberi. E bisogna avere la voglia e la curiosità di farlo.  

Che Guardia ha quello che si merita, è un’ovvietà che ho ribadito fin troppe volte. E qui parlo dell’amministrazione Di Lonardo &C., per il quale il concetto è del tutto ovvio visto che a votare lui, il sindaco “fantasma” e i suoi “amici”, siamo stati noi, ma anche di tutto quello che succede a Guardia, e non viene raccontato. Di come in questo paese si è spento tutto: calma piatta. Tutti zitti. Zitti e buoni, per dirla con i poeti contemporanei. Di quest’aia dove il sindaco starnazza giulivo solo sui social, insomma. Come quando si tratta di propagandare sé stesso durante le festività: “…dare risposte alle necessità dei cittadini anche se ho consapevolezza che ancora tanto impegno deve essere profuso perché Guardia possa essere un paese curato e vivibile, avendo lo sguardo rivolto all’importante appuntamento dei Riti Settennali… coinvolgimento e del contributo di tutti… – piuttosto bizzarro per uno che ha accentrato su di se qualsiasi cosa – …e in tal senso lavoreremo, di chi ha esperienza e di chi ha energia ed entusiasmo così da riscoprire sempre più il nostro essere comunità…”. Soltanto parole, tante, poche. Troppe. Di quelle precotte di chi finge di cadere dal pero, stupito dal disappunto che si respira per Guardia, come se fosse stato un marziano in gita turistica appena sbarcato sulla Terra. Così false e farcite di retorica da renderle superflue, fastidiose. Inutili. Fatti, niente. Nisba. Per trovare una catastrofe comunicativa simile bisogna tornare ai tempi di inizio millennio, e ho detto tutto. Ora vien da chiedersi come abbiamo fatto a trovare qualcuno che è pure peggio. Senza dimenticare però che ci sono pure gli assessori, che restano i nostri preferiti ex aequo con il sindaco, perché sembrano nati apposta per farci divertire, ma ne parleremo in seguito. Quel che è certo è che chi da tre anni almeno guida questa comunità non incide, non ne ha le capacità, forse neanche la volontà e la possibilità di farlo. Il suo mandato sta lentamente scivolando come acqua sulle superfici lisce o porose della società guardiese e non produce cambiamenti, inversioni di rotta, segni di mutazione. È questo è (purtroppo) e lo sarà nei secoli dei secoli. E andrà ancora peggio. Per tornare al “fantasma” che guida Guardia, forse sono stato poco attento e mi sono perso qualcosa di importante, di quelle che ti aspetteresti dai tuoi rappresentanti, e può essere visto quello che ho per la testa, ma come già per certi problemi che stanno mettendo in ginocchio questo paese, come la mancanza di futuro (soprattutto per le nuove generazioni) e il degrado urbano (stretto della Portella ecc…), tanto per dirne due, sui quali non ho sentito proferire verbo, ho sempre trovato il suo silenzio in questi tre anni piuttosto inquietante. Sappiamo solo che lamenta anche un “plotone di esecuzione” contro di lui: deve trattarsi di quelle due o tre voci che hanno osato criticarlo per ciò che in questi tre anni non ha fatto. Nulla di paragonabile ai veri plotoni d’esecuzione montati a Guardia negli ultimi trent’anni, quando qualcuno veniva puntualmente accusato anche di ciò che non aveva fatto (Ceniccola dixit). Lo ripeto, il sindaco e la sua amministrazione non è il risultato di una catastrofe naturale imprevista e imprevedibile, anche se gli effetti sono simili; lui e il suo gruppo di incapaci al Comune non sono precipitati da Marte lì per caso, ma ci sono stati messi dalla maggioranza (ben 7 voti di differenza) degli elettori guardiesi in libere elezioni.

Non c’è niente di sovrannaturale, insomma: li abbiamo votati noi, nonostante si sapesse chi fossero e i disastri che avrebbero combinato.