L’amministrazione Di Lonardo veleggia con indecorosa mediocrità nell’autunno di castagne e novello. Galleggia senza dignità; naviga tra rinvii e dilazioni sui temi di maggior interesse per la collettività. E non si nota alcun beneficio per il paese. L’unica fonte di discussione deriva curiosamente dalle dinamiche sportive della neonata squadra di calcio. Quindi siamo grati alla fiction sportiva e l’illusionismo dello sport, perché almeno la domenica ci ha salvati dal ricordare il disastroso ridicolo della gestione Di Lonardo; e perché i fatti calcistici hanno riportato un pathos dimenticato e una seppur minima parvenza di attivismo a questo paese al posto di vanità e chiacchiere; perché da tre anni ormai siamo rappresentati da una figura autorevole e credibile soltanto a livello beneventano e ceppalonico. Il low profil del Di Lonardo su alcuni temi, l’attendismo su altri, le mediazioni al ribasso su altri ancora, non ci permettono certamente di esultare per la sua gestione, ma solo di considerarla al limite dell’indecenza. A questo si aggiunge il disagio di noi cittadini, anzi cittadini-elettori, per una amministrazione e un sindaco latitante che si sottrae al confronto. Ma c’è un dubbio di fondo che ci lacera e non ha facile e concorde soluzione: a chi giova o se vogliamo a chi nuoce meno l’amministrazione Di Lonardo e il suo perdurare? Chi è più o meno logorato dal sindacato Di Lonardo? È un nodo difficile da sciogliere; anche chi diceva che l’attuale situazione avrebbe largamente avvantaggiato Floriano & C. perché – sulla carta – rappresenta l’opposizione, ha ragione fino a un certo punto; essendo tutti distribuiti all’interno della stessa area, dunque non cambia le cose. Un’opposizione peraltro che in questi tra anni ha alternato il freno e la frizione, ma non mostra impazienza di andare alle urne. Perché anche loro sono divisi, ma non lo danno a vedere, per ragioni di pretattica, sull’idea di mandare a casa Di Lonardo o tenerlo ancora a Palazzo almeno fino ai Riti settennali, quando consumati i Riti, molti nodi verranno al pettine, ora rinviati: e chi strapperà su quelli, ci guadagnerà.

Allora la domanda è: ma chi glielo fa fare a Di Lonardo? Chi ci guadagna o chi perde di più con questa amministrazione fasulla? Salomonicamente, un po’ tutti. Oggi come oggi a nessuno conviene rompere, al più conviene che a rompere sia l’opposizione. Ma stavolta anche per loro sarà dura quadrare il cerchio. Ma c’è qualcosa di nuovo nell’aria con l’esperienza fallimentare Di Lonardo che forse è destinato a lasciare un segno: una sorta di sdoppiamento, da una parte il progresso di Guardia dall’altra il regresso. E oggi ci sono buone ragioni per sostenere la prima tesi. Per ora ci limitiamo a notare questa mutazione in corso.