Dopo tre anni di gestazione, le urne di Guardia non hanno ancora partorito il sindaco. Si sente ancora per le strade odor di Floriano, il dottore che riuscì miracolosamente a far rimpiangere ai cittadini guardiesi di ogni età e lignaggio tutti i sindaci e signorotti precedenti, fino a Tommaso Carafa. Se la memoria non ci inganna, dopo di lui tre anni orsono fu eletto qualcuno che evidentemente non si è mai presentato al Municipio, o è ancora in cammino, verrà a piedi in pellegrinaggio. Allo stato delle cose risulta non pervenuto. O forse è già scappato nel capoluogo e nessuno se n’è accorto. Dicono che si chiamasse Raffaele Di Lonardo, era stato eletto in molteplici gestioni, non sappiamo se suonasse la chitarra come quel suo collega sappiamo solo che aveva lavorato (e tuttora lavora) dalle parti di Benevento. Non era affatto uno stupido e molti pensarono, soprattutto dalle parti di contrada Santa Lucia, che anche lui sarebbe andato bene a Guardia pur di liberarsi di Floriano che invece è ricordato con affetto dalla banda dei bersaglieri, da quella scozzese in kilt, dai cori e orchestrali che lo rimpiangono con un velo di tristezza.

Voi non sapete cos’era diventata Guardia al tempo di Floriano; un casino, macchine dappertutto, monnezza ovunque, acqua che zampilla per le strade, disservizi che non vi dico. Poi finalmente andò via e ora, dopo tre anni di cura papilloniana, Guardia si presenta invece così: un casino, macchine dappertutto, monnezza ovunque, acqua che zampilla per le strade, disservizi che non vi dico. I primi giorni si diceva: dategli il tempo di insediarsi. Dopo i primi mesi con fatica si sussurrava: ma è difficile risanare i bilanci di quella cloaca che è diventata Guardia nel decennio appena trascorso, non è facile superare i postumi della sbornia florianesca. Ora nei bar si ci chiede: ma il nuovo sindaco era solo una fake news inventata dallo stesso Floriano?

Una voce di sollievo e di speranza era circolata nei mesi scorsi quando il sullodato sindaco aveva finalmente annunciato sulla stampa locale una seconda bella cittadinanza onoraria. Bell’idea su cui quelli della minoranza avevano posto un veto assoluto: la concessione di cittadinanze è per loro un valore non negoziabile. Ma a parte quel boato, parafrasando un titolo famoso di Gesualdo Bufalino, non si era mosso nulla.

Oggi per molti l’unico rapporto, il peccato originale, è abitare a Guardia. Un paese in cui il cittadino tipo, quello che si trova più a suo agio, è il senzatetto. Forse per un malinteso senso evangelico Guardia è pensata a sua misura più che a misura dei cittadini con casa, auto, lavoro. Guardia si è fatta lei stessa senzatetto, s’è imbruttita, s’è imbarbarita, ma in parte anche radicalizzata e sciccata. Se vi capita poi di vivere nella parte alta sappiate che non c’è scampo: per l’acqua corrente il comune consiglia di utilizzate le fontane pubbliche. Per non dimenticare le strade (o presunte tali). Guardia ha cancellato l’urbanità, la storia, la tradizione, il magnifico centro storico, ed è solo un tavolino infinito, uno stravaccamento continuo davanti ai bar o sulle panchine dinanzi il comune: insomma, un mortorio. Magari per qualche straniero annoiato, perfino artista, è divertente venire una volta a visitare questo intestino crasso che si è fatto paese e magari spararsi un selfie e una birra. Ma per chi ci vive, o vorrebbe tentare di vivere, o per chi, a volte ritorna, Guardia ti mette una nostalgia indicibile: quella di qualunque altro posto. La nostalgia di essere altrove, pure in una bolgia napoletana; ma non qui, dove è più facile sentire un discorso sensato e compiuto dal magnifico cane di Silvio piuttosto che dai guardiesi.

E qui il dubbio ti assale: che il sindaco – forse in attesa del terzo adeguamento economico in tre anni – in realtà non possa nulla di fronte a ciò, Guardia va per conto suo, nessuno può più fermarla o mutarla, salvo l’uso del napalm o di arsenali nucleari. Oppure che il sindaco a Guardia è solo una piccola calcomania sul sito istituzionale, puramente ornamentale, un fuoco fatuo, un’ombra proiettata sul muro; non guida Guardia ma funge come le bandiere al vento davanti il Municipio, all’inizio sventolano, poi cedono al refolo della calma piatta.