Qualcuno mi scrive: ma perché parli sempre dell’amministrazione Di Lonardo e non ti occupi mai di quel che succede (o non succede) ormai da mesi nell’opposizione? Questa richiesta è anche la prova che questa piccola isola di appartenenza che è il blog dedicato a Guardia, se ha fatto bene a me, salvandomi dall’implodere di dolore e rabbia, in qualche modo ha fatto bene anche a voi, e allora del tutto inutile non è stato. Rispondo alla domanda: perché non mi piace vincere facile. Perché di fronte allo spettacolo di questa finta opposizione, l’unica reazione che sento di avere è allargare le braccia, senza dire niente. Anzi! A essere tragico e teatrale direi: non mi sento di parlare di una sceneggiata tra cadaveri su chi ha la precedenza nell’obitorio Guardia. Ho come un blocco psicologico a parlarne: se ne parlo male mi sembra di essere impietoso e di sparare sulla croce rossa, anzi peggio, su un malato terminale che ha perso conoscenza e giace steso per terra. Se faccio solo dei rilievi critici, sfondo il muro dell’ovvietà e dico cose così scontate che non vale la pena scriverle né leggerle. Se poi (raramente) inferisco sui singoli componenti mi pare uno sport così facile e banale che non ne vale comunque la pena, considerata la loro vita in comune con l’attuale amministrazione. E se, mosso a pietà, cominciò a essere indulgente, comprensivo, quasi affettuoso, mi travesto da buonista, passo per “traditore”, o peggio ancora per “panzaiuolo”, e anche in questo caso lascio prevalere un sentimento di pietà e di pena sul giudizio onesto e veritiero.
Ma cos’è oggi, quella che impropriamente viene definita opposizione? Quella che ritiene d’essere, per diritto supremo, dalla parte giusta della Storia guardiese e vuole decidere i giusti e i dannati e non ammette margini di mediazione e non riconosce legittimità a chi la pensa diversamente? Oppure quella boriosa e arrogante del volantino apparso questa mattina sui banconi dei bar, in cui denuncia una “continua fase di declino” e lamenta l’assenza di centralità di Guardia da quando non è più al governo l’amministrazione Panza? O quella che intrattiene i guardiesi su temi quali ad esempio la cittadinanza onoraria a Pignataro: un tema enorme, basilare, che investe in pieno Guardia.
Lo scrivo da anni, la malattia mortale di Guardia sta proprio in questa riduzione individualistica: egoistica e egocentrista non solo nel rapporto maggioranza-opposizione, ma nel rapporto con i cittadini; la soggettività come criterio di giudizio; il narcisismo. È il paradigma assoluto di chi oggi afferma di essere opposizione ma fino a poco tempo fa era maggioranza insieme a chi oggi è maggioranza e che ieri era opposizione, ciò che conta è solo quello, il resto può cessare. E così, invece di provare ad alzare gli occhi dalla quotidianità si scrivono scemenze, e si ostacola qualunque forma di finanziamento pubblico per questo paese, senza nemmeno provare a scendere più in profondità su temi che investono la carne viva dei cittadini.
È proprio vero che non c’è più speranza per questo paese. Se siamo ancora a parlare di maggioranza e opposizione, di gente che è al potere da decenni. Non ci può essere nessuna prospettiva di sviluppo in una società complessa come quella di Guardia in cui il narcisismo ormai si è fatto patologico e di massa: si ama solo e troppo se stessi, l’unica cosa che resta e che vale è l’Io e l’unica preoccupazione è il suo benessere.
È deprimente, lo so, ma con queste premesse capiamo tutti che non è possibile nessun futuro, alcun orizzonte comunitario per questo paese. Nessun “noi” è pensabile, perché siamo tutti mutanti in base ai nostri desideri individuali. E di coloro che oggi sono all’opposizione ma fino a poco tempo fa erano maggioranza insieme a quelli che oggi sono maggioranza e che ieri erano opposizione caro lettore ne ho scritto così tanto da riempire le pagine di un paio di libri, almeno, vorrei tuttavia approfittarne per rivolgere loro una proposta onesta. Una proposta per rendere civile se non altro per i prossimi due anni il clima del nostro paese, giovando prima di tutto a Guardia e poi alla stessa opposizione, e all’attuale amministrazione. Lo so, è molto difficile che l’appello verrà accolto ma ci provo lo stesso. Di fronte a queste contrapposizioni ci sono due soluzioni: trovare un punto di compromesso, un punto d’incontro per i prossimi due anni (coinvolgendo i cittadini) o accettare che siano i cittadini stessi a decidere anticipatamente chi si debba assumere la responsabilità di realizzare quel che realmente occorre a questa comunità. È difficile perché, diciamolo in modo chiaro e aperto, esplicitamente, e senza mezzi termini, in realtà Guardia non è spaccata in due ma in ventidue, anzi c’è una Guardia per ogni guardiese. Diciamolo ancora più chiaramente: è spaccata in due ma è grazie soprattutto a chi oggi rivendica di essere opposizione che non riusciamo ad essere una comunità e abbiamo mortificato, a ogni livello e in ogni campo, il senso della comunità. Al punto che oggi è davvero imbarazzante parlarne.