Molti cittadini di Guardia si chiedono il perché del silenzio (almeno apparente) del sindaco Di Lonardo. Me lo chiedo anch’io. A noi “semplici” cittadini di questa comunità, pur se di ceppo inferiore, verrebbe infatti da pensare che in quanto anche lui cittadino italiano residente a Guardia Sanframondi e dotato, si presume, di tutti i mezzi idonei alla conoscenza, le cose dovrebbe venire a saperle almeno come noi. Perciò lo saprà quello che succede (o che non succede) in questo paese.

Caro sindaco, la sua non è soltanto una figura rappresentativa, come ci insegnano a scuola. Ok, questo ci è chiaro. E allora, aggiungiamo noi, perché invece di stare lì, in Comune, con l’aria condizionata, bello, fresco e sereno, magari indossando pure la fascia, oppure facendo le sue rappresentanze, le celebrazioni, le ricorrenze, i discorsi di circostanza (anche se quelle per me restano perlopiù solo retorica e luoghi comuni, ma io sono troppo esigente e non faccio testo, si sa), non dice una parola, qualcosa che ci facesse sentire che del tutto stupidi non siamo.

E così per noi vile marmaglia plebea in cerca da una vita di una vera rappresentanza politica in questo disgraziato paese che fatica a concretizzarsi, di una possibilità che ci faccia ancora sperare in qualcosa di meglio, il suo silenzio si fa sempre più assordante. Tuttavia se facesse solo questo mi starebbe bene. Ci starebbe bene, a noi miserabili infingardi. Però c’è un però. C’è sempre, un però. Sì, perché noi siamo ancora convinti che (forse) lei avrebbe potuto fare molto di più, ma evidentemente il richiamo dello Spirito Santo un tempo benedetto dai cittadini guardiesi e già fiammeggiante in panchina, era troppo mistico per potergli resistere. E il risultato di questo capolavoro si è visto e (purtroppo per Guardia) si continuerà a vedere. Già perché, al netto dei biliardini, delle miss e della meraviglia propagandata sui social, le cittadinanze onorarie ad aziendam e quant’altro, la sua gestione è davvero un disastro. In tre anni è difficile vedere qualche tipo di cambiamento. Decoro urbano, qualità della vita, situazione viabilità: sono solo alcune delle lacune della sua gestione. Al di là delle castronerie che raccontano sui social i suoi colleghi (e colleghe) di giunta, Guardia è fuori controllo. Il sindaco e gli assessori hanno i poteri, hanno i soldi (checché se ne dica), ma evidentemente non hanno la capacità e la volontà per dar vita a qualsiasi cambiamento in questa comunità oggi allo sbando. La loro non è neanche una navigazione a vista. Non navigano proprio. Guardia è governata ancora dallo Spirito Santo e va avanti per inerzia.

L’inerzia, per esempio, per quello che è successo in questi anni (ventidue, per l’esattezza) alla strada sterrata (o carrareccia), adatta più al transito di carri o macchine agricole, nella parte alta del paese; le risatine di scherno dei suoi colleghi di giunta, quella coppia comica che la bracca (!!!) come un ombra (il duo comico che fa ridere più di tutti gli altri suoi colleghi messi insieme, mentre in realtà ci sarebbe solo da piangere), le provocazioni, l’arroganza esibita come qualità, la sola che hanno del resto anche dalle parti dei suoi uffici; l’avrà sentito quello che hanno detto i residenti giustamente arrabbiati costretti, loro malgrado, ad utilizzare quella mulattiera, anche se ereditata da-quelli-che-c’erano- prima- tra-cui-lei, lo saprà come stanno realmente le cose. E allora, sempre a noi, vile marmaglia plebea, ci pare piuttosto strano che non abbia niente da dire in merito, niente da dirci.

Ma forse gli va bene così. Perché vede, caro sindaco Di Lonardo, sempre a scuola, ci hanno anche detto che il sindaco è di tutti, che rappresenta tutti, che sarebbe il garante di tutti i cittadini, ma forse siamo talmente subumani che non ne abbiamo diritto, altrimenti qualcosa da dire (e da fare) avrebbe dovuto trovarlo. Ma io tutto ciò, non lo accetto, sta diventando un tormento ma non riesco a farmene una ragione; non è normale che un primo cittadino non abbia mai niente da dire, o non senta il dovere di farlo. Se è il sindaco di tutti , lo è anche di quei guardiesi che come me di tutto questo hanno le palle stracolme, e come me meritano qualcosa di più, e di meglio per questa disgraziata comunità di contadini (ops! Imprenditori). E sono di sicuro la maggioranza, perché comprendono anche quelli che vi hanno votato e che di certo adesso si sentiranno soddisfatti nel vedere come in soli tre anni è ridotta Guardia. E mi stupisce poi che nessuno, almeno fra quelli che dicono di stare dalla parte di Guardia (buoni quelli), trovi questo silenzio anormale. Forse il tacere lo chiamano rispetto per le istituzioni, ma per me ha un altro nome, e sapete qual è.

Caro sindaco, fare il sindaco di questo paese non è obbligatorio. Se prova disagio, se si sente in difficoltà, inadeguato, perfino soffocato dai corvi che le soffiano sul collo, da vincoli e obblighi che gli impediscono di esprimersi come vorrebbe, se sogna come me di sedersi in riva al mare a guardare le onde infrangersi sugli scogli, può dimettersi e arrivederci.

Io però temo che alla fine gli vada bene così.

Ps. Scusate se queste riflessioni per alcuni sono incomprensibili rispetto alla faciloneria di chi dice “questo c’è, meglio un uovo oggi che la gallina domani”. Ma ne ho viste troppe in questo paese per non lasciarlo almeno scritto.

Raffaele Pengue

Assoc. “Oltre”