Floriano hai ragione, non ti meritiamo

Caro Floriano, hai ragione: “È un’idea generalizzata in molti cittadini che la tappa del Giro d’Italia con arrivo a Guardia Sanframondi il prossimo 15 maggio stia passando sotto silenzio, quasi come se il Comune stesso poco avesse gradito questo evento sportivo e la enorme esposizione mediatica, e stesse solo aspettando che “adda passa’ a nuttata… questa esperienza – l’arrivo di tappa del Giro d’Italia (Nda) – avrei potuta viverla in qualità di sindaco”. Hai ragione, non ti meritiamo. Hai tanta ragione a dirlo ma è curioso che tu, proprio tu che sei stato così generosamente beneficiato, adotti ora l’argomento tipico di chi detesta i responsi elettorali: se un sindaco non funziona per una comunità o per un popolo, allora bisogna cambiare i cittadini o i popoli, non certo il sindaco o chi governa. Lo diceva Bertolt Brecht, lo pensi pure tu. Caro Floriano hai ragione, non ti meritiamo. Si che non ti meritiamo, che abbiamo fatto così di male per meritarti? Noi guardiesi abbiamo compiuto crimini così gravi? Non è rassegnazione e neppure abitudine. È che qualsiasi risposta rischia di svuotarti e di far cadere una nuova illusione. Ormai abbiamo capito dove ci troviamo. E soprattutto con chi abbiamo a che fare. “Ho la netta sensazione che questa eredità lasciata dalla passata amministrazione guardiese sia vista dall’attuale amministrazione comunale come una patata bollente, una spada di Damocle. Come se fosse una grana da dover a tutti i costi scansare”. Diciamo le cose come stanno: noi umani e guardiesi avevamo solo te, caro Floriano. Eravamo così abituati, che dico, assuefatti, a pessimi standard ma in soli sette mesi i tuoi subentranti sono riusciti a stracciarli tutti, a fare peggio. Se ad un barattolo di marmellata togli il colorante, la frutta, il succo di limone, parte dello zucchero ed il gelificante sostituendoli con latte, cacao, nocciole ed altre sostanze potrai ottenere un composto ugualmente buono, forse addirittura di più, a seconda dei gusti, ma certamente non potrai continuare a chiamarlo marmellata. Insomma, i “Bimbi di Floriano” rappresentavano i laqualunque, ora sono loro i fenomeni. Figliocci che fanno gli statisti, leoni da tastiera, inesperti di tutto, che andando al potere, vengono presi dal delirio d’onnipotenza. Disperati disposti a tutto pur di durare, atterriti dall’unica prospettiva di tornare nell’anonimato, disposti ad ogni compromesso, fosse anche il peggiore, il più scandaloso. Dei soggetti presi singolarmente non parliamo (c’è tempo), irrisori, letteralmente, erano prima e a maggior ragione lo sono adesso che tutti li hanno fiutati. Metteteli in fila, uno per uno, guardateli. Non credo che alla fiera delle vanità guardiese potremmo trovare prodotti migliori… Pallisti al punto da far impallidire i migliori imbonitori. Certo, l’antica arte del cacciar balle è un tuo requisito, pur tuttavia necessario in politica, non esiste al mondo, in nessun tempo, un uomo politico o delle istituzioni che non sia stato accusato di non mantenere ciò che aveva assicurato: è fisiologico, è inevitabile, è talmente scontato da avere originato a livello nazionale un filone umoristico a base di vignette, di freddure, mirabile quanto mastodontico: a metterle tutte insieme, si ha una storia umana sconfinata e amaramente ridicola. E mica solo made in Guardia, sia chiaro: “Tutti mentono”, diceva qualcuno, e i politici mentono più di tutti, sotto qualsiasi cielo. Mentire, cioè la politica, è il mestiere più antico del mondo, anche più di quell’altro. Ma qui arriviamo al core, anzi all’hardcore, di tutta la questione. Che facciamo, allora, continuiamo? No, non ora, questi pochi cenni bastano e avanzano.

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