Paura del contagio. Paura di tutto e tutti. Inutile tacerlo. Viviamo in uno stato di diffusa precarietà, che mette in discussione certezze ed abitudini di vita. La possiamo rintracciare nella nostra società, e per certi versi, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nella scuola, nei luoghi di socializzazione, a causa delle limitazioni e dei divieti che la politica, bene o male poco importa, ha imposto, per arginare la diffusione del Covid-19. L’esserino fuggito dalla foresta cinese ha trasformato le prerogative dei singoli individui in diritti conculcabili e limitabili, in vuote prerogative assoggettabili alla urgente tutela sanitaria. Mai nella storia recente il potere dei governanti ha avuto tanto ascendente e tanta forza per piegare le libertà dei cittadini.
È l’ora del vespro. Avvisaglie di nuovo isolamento totale. Damnatio per chi obietta, infamato come negazionista. Un intruso, questo virus maledetto, che ha sconvolto la vita di molte persone, determinato perdite umane in molte famiglie e che, quando sparirà, avrà cambiato, forse per sempre, buona parte del nostro modo di guardare il mondo. È di 757 il numero dei pazienti risultati positivi in Campania nelle ultime 24 ore. Ben 12 casi nella mia comunità. Benvenuti nel tempo della paura e nel Paese degli impauriti. Se c’è una cosa che oggi anima il discorso pubblico, che fa parlare e agitare le persone, di solito chiuse nel loro clan o nella loro solitudine, è la paura. È una paura assoluta e trasversale, che colpisce ogni ambito di vita, le strade, i locali pubblici, la politica, gli ospedali e la comunicazione. Già la comunicazione, non è granché, è rozza e non si preoccupa di dissimularsi. Ma funziona e lo sa.
Il virus ci ha riportato ad una dimensione umana più fragile, ancora esposta alle leggi della natura ed agli eventi imprevisti ed imprevedibili. Il virus ha suscitato terrore e sudditanza psicologica nella popolazione ed ha piegato buona parte di essa a soggiacere a qualsivoglia misura liberticida ed incostituzionale, emessa dalle autorità in nome della salute pubblica. Un clima che, è inutile negarlo, ha suscitato un abbassamento dei livelli di guardia delle libertà e dei diritti naturali di cui tutti gli uomini sono portatori.
La paura del Covid. L’Italia intera invasa dal Covid. Tutto in queste ore si riduce a una questione di numeri, a volte distorti, stravolti. La paura è la protagonista assoluta. La paura del collasso economico, paura della nuova povertà (alle vecchie povertà si è in fondo abituati), paura del contagio e del male oscuro…
Abbiamo sostituito alla realtà la percezione della realtà; quel che conta è la nostra percezione. I bollettini di guerra, il numero dei tamponi e dei positivi, i ricoveri degli anziani ed i decessi dei pazienti fragili non sposta di una virgola lo stato delle cose. Viviamo nella società della paura e costruiamo il consenso politico sulla base della paura. Non riusciamo a provare a livello pubblico sentimenti positivi o ambizioni costruttive; ci unisce solo la rabbia, il disprezzo e la paura, vera regina dei popoli. Viviamo in una società che vive barricata nella sua sicurezza e teme ogni eventuale esposizione al rischio, una società spaventata che non a caso è anche una società popolata da anziani. Una società che ha paura anche della propria ombra…
No, non cerchiamo i colpevoli perché è un meccanismo, un processo generato da più cause, non diamo la colpa nemmeno a chi vive nella paura. Una delle cose che viene considerata assolutamente pericolosa in un soggetto è l’assenza di paura, perché porterebbe questa persona quasi sicuramente a sottovalutare i rischi e a commettere degli errori più facilmente di una persona che percepisce la paura, ma che impara in qualche modo a gestirla, ad affrontarla e superarla. Qualche colpa semmai ce l’ha chi vi specula, come gli imprenditori della paura. Per il resto abbiamo smesso di osare, di tentare nuove imprese, di rimetterci in gioco e ci spaventa ogni rischio di insicurezza. Le società non reggono sulla paura ma si sfasciano. Come vediamo sotto i nostri occhi. Benvenuti nel tempo della paura e nel Paese degli impauriti.