Ma voi ricordate il primo giorno da sindaco di Guardia di Floriano Panza? Vi ricordate che andò a piedi dal Municipio a piazza Castello, facendosi accompagnare dalle nuove leve della politica paesana, per dimostrare che lui è uno del popolo, uno che guarda alla Bellezza che lo circonda, uno che sta con i giovani, che con lui al Comune Guardia inaugura una nuova stagione politica? Dopo un decennio per questa comunità è ancora una spada che pende.
Solo qualche giorno fa ha lanciato il suo epitaffio politico di commiato nel grande mare delle Lettere, la propria scabra ed esaustiva verità sviluppata in una decina di pagine di “interventi concreti”, anzi “un appello a non disperdere energie”. Una promessa o una minaccia? Le abbiamo lette tutte, le pagine. Non saremo certo noi a negargli un seggio tra i grandi di questo paese, ma siamo un po’ delusi da chi in questi anni si è sentito chiamato alla Rinascita di Guardia. Ci teniamo a dire però che il nostro giudizio non è ascrivibile alla critica dura e pura, ma alla fatica improba di prendere sul serio quello che ha scritto (anzi, stiamo vedendo se si può fare qualcosa affinché l’Inps ci riconosca la qualifica di “lavoro usurante” per la lettura delle cose fatte degli ex sindaci alla fine del proprio mandato). Ieri, poi, il Candidato, opportunamente anticipato dai social, in perfetto stile Casalino, camicia bianca e l’immancabile e artistico maglioncino di puro cachemire viola gettato sulle spalle anche quando la temperatura esterna è di quaranta gradi all’ombra (mostrando “una frivolezza proverbiale” al cui confronto “il nostalgico Bertinotti pare Belen Rodriguez”), ha presentato in video la propria candidatura per entrare – come socio effettivo – nell’esclusivo Club delle Fritture di Pesce come Cristo comanda. Un video tutto esibizionismo da egolatra. Ormai più che un candidato è un caratterista de La grande bellezza di Sorrentino. Di lui, infatti, ci hanno sempre colpito la prosa brillante quanto un contatore dell’Enel e la logica stringente dei suoi ragionamenti quanto un Tir a largo Croce (battutona).
Detto ciò (per chi non se ne fosse accorto), in questo paese il messaggio narrativo della demagogia panziana si è via via simbolicamente realizzato: noi siamo diversi, noi non siamo inetti come i nostri denigratori, siamo competenti, intelligenti, siamo I Potenti. Andate a vedere le carriere delle nuove leve della politica paesana, professionali ed economiche, ora, dopo un decennio di “buona” amministrazione, e quelle degli altri capataz filo-panziani. E capirete perché ancora oggi, dopo ben dieci anni “ogni sera gli inservienti lo coprono con un telo sagomato per ripararlo dalla polvere, al pari delle altre poltrone”. Da quaquaraquà a omini de panza. Ormai anche loro, alla pari di Floriano, sono un filone – e non solo a Guardia -, un genere, una tipicità: come il Sassicaia toscano, il lardo di Colonnata, i vetri di Murano, le ceramiche di Vietri. Detto senz’alcuna ironia, dobbiamo immensa gratitudine alle nuove leve della politica paesana e al loro Candidato Floriano Panza. È stato il nostro sadomasochistico sollazzo fino al mese scorso. Poi sono arrivate le dimissioni da sindaco, e con esse i lutti, la paura, la solidarietà alle nuove leve della politica paesana; si sono abolite tutte le manifestazioni gioiose, chiusi i bar, i ristoranti, i circhi; sono usciti i pagliacci. Oddio, ora che farà? Verrà eletto? Entrerà in Giunta? De Luca lo nominerà ambasciatore (del vino campano o della mozzarella di bufala, poco importa)? Giacché di tutto lo si ritiene capace. A ciò si è aggiunta la ferale notizia della discesa in campo di Amedeo Ceniccola e dell’accordo per le amministrative con il gruppo antagonista, è sapete qual è stata la loro razione, slittando e sbandando su un fiume di saliva mista a lacrime: quella di ricorrere allo sciamanismo e ai riti Voodoo. E qui ci si stringe il cuore. Urge una gara di solidarietà, con raccolta fondi per le nuove leve della politica paesana, i nuovi poveri espropriati senzatetto del Comune di Guardia. Noi, con il nostro obolo, non ci tireremo indietro.