Guardia Sanframondi: come possiamo leggere i giorni che stiamo vivendo sotto il profilo politico o addirittura culturale? A qualcuno scapperà subito da ridere per l’accostamento ardito tra cultura e la misera giostra politica nostrana del presente. Ma anche i periodi più bassi e confusi di una comunità hanno una loro chiave di lettura culturale. In questo paese – per alcuni, apprezzabile fucina artistica e teatrale -, siamo entrati nella fase pirandelliana della politica: il relativismo assoluto, il gioco delle parti e delle combinazioni, il paradosso come criterio di scelta e di comprensione, il rovesciamento continuo dei ruoli e degli scopi. Tutti, in queste ore convulse, possono ancora allearsi con tutti e con nessuno, tutti possono recitare a soggetto, tutti restano prigionieri di se stessi prima che della situazione, ciascuno può augurarsi di accordarsi, di sottrarsi a ogni accordo, di stare fuori, dentro, sopra o sotto le intese, senza mai coincidere in modo definitivo. Le variabili sono infinite e impazzite. A tutti conviene non andare ad amministrare questo disgraziato paese, a nessuno poi conviene amministrare in condominio, ma tutti professano di voler amministrare per salvare questa “straordinaria gemma del Sud” e si dichiarano pronti a dialogare con tutti. È la babele allo stato puro, il caos prima della creazione. Un gioco di luci e ombre, comparse e scomparse, posizioni e fluttuazioni di quel grande palcoscenico che è la condizione umana. Del resto, come si può spiegare perché ora una parte dei cittadini guardiesi si affida a un Sebastianelli improbabile o a un Di Lonardo ambiguo, dopo un folgorante (!!!) Floriano, se non il teatro di Pirandello che è uscito dalle scene ed è entrato nella realtà guardiese, e si è fatto politica. Solo Pirandello, infatti, oggi può spiegare quello che sta succedendo a Guardia, tra schifati e scafati, gente che schifa tutto e poi è pronta ad allearsi con tutti. Solo Pirandello può capire la mimica del candidato alla notizia del rischio esclusione dalla competizione regionale, o le prediche on the vigna di colui che da una vita “ci prova”, o il rapporto contorto tra il paleo-mastelliano e la sua storia politica, e soprattutto potrà dare una spiegazione illogica a ciò che sta accadendo. Intanto la tela di Penelope si tesse di giorno, si disfa di sera. Tutto in queste ore è esilarante, come il gas. Ma come il gas, è letale. Saranno le esalazioni che emergono dalle strade di Guardia, saranno le voragini che si aprono nella logica e nei bilanci del Comune. Sarà che non riusciamo a liberarci del negativo perché si sono chiuse e tombate le discariche della politica, non c’è nessuna nuova Calvese in cui scaricare i rifiuti accumulati. C’è qualcosa di assurdo e malefico nell’aria che non riusciamo a decifrare. Solo Pirandello ci può aiutare. Dategli l’incarico di sindaco.