Come avevo immaginato in tempi non sospetti ed era anche abbastanza facile supporre non solo è difficile fare un governo, ma in realtà sembra che nessuno lo vuole fare davvero. Tutte le possibilità messe a nudo, analizzate, rivoltate prima delle urne e dopo il risultato delle medesime sembrano essere svanite nel nulla. Niente governo del centrodestra. Niente improbabili alleanze Berlusconi-Pd. Né accenni di Pd-M5S. Solo chiacchiere Lega-M5S. Come se vincitori e vinti fossero entrambi paralizzati. Bloccati dal fattore tempo. D’altronde il tempo in politica è quasi tutto. È la variabile che cambia gli scenari. Quello che oggi è impossibile non è detto che domani lo sia ancora. E viceversa. Insomma, sotto sotto si prende tempo, si tratta, e ognuno cerca di strappare il prezzo più soddisfacente. E il prezzo dipende dal tempo. La fretta non è il comandamento. L’elaborazione renziana del lutto post-4 marzo poi è straordinaria. Il Pd renziano vuole fare opposizione ma non ci dice a cosa. Forse intende passare i prossimi cinque anni a ridacchiare perché Fico viaggia sull’autobus e Di Maio faceva lo steward allo stadio. Beh – come ha scritto qualcuno -, tanto vale allora che si trasformi in un Rotary e la chiuda lì, per il bene di tutti. Chi oggi fa appelli per un accordo tra M5S e Pd, spera l’impossibile. Non può esserci accordo tra M5S e Pd, ancora pressoché interamente renziano: sono due mondi inconciliabili. E se il resto del Pd smania per salire sul carro pentastellato, per farlo deve liquidare i renziani. Fino ad allora resterà lì a gettare messaggi in bottiglia nel mare. In tutto questo, la nota positiva è che dopo giorni e giorni di attente analisi e osservazioni, abbiamo finalmente chiara la finissima strategia politica di Matteo Renzi e dunque del Pd. Autoridursi alla marginalità e sperare che nel giro di qualche anno M5S e Lega sfascino il Paese. Un Paese che ha già guai grossi proprio perché il Bulletto di Rignano e il renzismo in questi anni hanno continuato a raccontarlo in modo approssimativo e quasi sempre in malafede. È chiaro che per Renzi il governo non è una necessità, l’opposizione non è un approdo scomodo o sgradito. Ha già scelto dove andare in futuro (Berlusconi?), ma lo dirà al momento opportuno. Ciò detto è evidente che, se un governo lo si vuole fare davvero, l’unica maggioranza possibile è M5S-Lega. Se non ci sono altre strade il centrodestra (senza Forza Italia?) dovrà trovare un’intesa con i Cinque Stelle. Non una grande coalizione alla tedesca, ma un contratto a breve termine per fare qualcosa di ben definito: la legge elettorale. Una relazione di pochi mesi e poi si torna a votare.