Dagli all’untore, dagli al grillino

Come ampiamente previsto, la faccenda “dei rimborsi non rimborsati” del M5s, ha attizzato sia gli istinti famelici degli schieramenti avversari sia quasi tutto il contesto giornalistico e dei media, che in questi giorni, complice al midollo, ha accompagnato la situazione cercando di inseguire le tracce, flebili, di una “truffa del secolo”. “Se rubano i soldi che promettono di devolvere, chissà cosa sarebbero capaci di fare, una volta al governo”, ha all’istante dichiarato il bulletto fiorentino, saltato subito sul carro dei censori. Ribadire che son soldi dei deputati, sarebbe inutile, anche se a vedere in giro, qualcuno confonde le carte. Bisogna però ammettere che la tempestività di queste notizie se non sospetta, è particolarmente interessante. Le proiezioni vedono questo movimento crescere di giorno in giorno; i ragazzi uscenti e candidati si stanno sbattendo sulle piazze, anche nei paesini, alla vecchia e sana maniera, direbbe qualcuno; e la gente sente questa vicinanza; questa curiosità potrebbe trasformarsi in voto. Il che mette in ambasce, se non terrore i tradizionali partiti dello sfascio istituzionale. E quindi, su una ventina di milioni restituiti, fulcro del contendere di questi giorni, se ne manca uno, piove merda a più non posso. Ed ai rappresentanti dei vari partiti avversari, non pare vero di infierire e girare il coltello nella piaga. Sono ignoranti, non preparati, non hanno mai lavorato, rubano… Ma loro almeno li prendono e li mandano via, a volte grossolanamente, a volte, forse sbagliando, ma hanno una base di coerenza che non vedi altrove.

Non mi metterò ad elencare la sfilza di nomi che i vari schieramenti vogliono portare in parlamento, avendo procedimenti penali. Mi evito e vi evito, questo stravolgimento intestinale. Evidenzio, però, che il concetto di onestà, varia. Certo, avere in Parlamento una sfilza di persone incensurate, e che non sembrano essere permeabili ai soldi e corruttibili, destabilizza l’ambiente. Il che preoccupa. E allora “dagli all’untore, dagli al grillino” è diventata la missione di questa campagna elettorale. Non sono “grillino” ma a me ripugna vedere la Politica, così oltraggiata, calpestata, vilipesa. Ripugna vedere fatti, opere, persone e un popolo trattato come poco intelligente. Ripugna vedere una classe politica che quando non ha più niente da dire, nulla di vero, di concreto, di significativo da esprimere, quando non ha nulla di serio su cui fondare la propria legittimità, e non ha un merito, una capacità, un valore per essere quello che immeritatamente sei, quando nel corso della tua carriera hai scaricato spese personali sull’amministrazione guidata del momento, escludendo il contesto da Primo Ministro che aprirebbe una voragine sulla quale disquisire per giorni, allora appena si è aperta questa crepa nella campagna elettorale del M5S, ti ci butti a capofitto, come le mosche sulla… Naturalmente si sono elevati a censori coloro i quali, degli affari propri e della conduzione nebulosissima politica e non, nella loro vita, ne han fatto un marchio. Gente, spesso nullità, mediocrità assolute, nonostante i ruoli importanti che coprono o i titoli accademici e culturali di cui si vantano, che spera di vincere a tavolino, senza combattere, avendo pure dalla propria parte l’Apparato e tutte le sue ramificazioni, i suoi altoparlanti. Gente che si auto-legittima di una presunta superiorità etica e morale, politica e istituzionale che non c’è.

Aveva visto lungo chi nel secolo scorso catalogava lo zoo umano in categorie ormai note e stranote “Uomini, mezzi uomini…” e via discorrendo.

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