Dio benedica l’estate, il Ferragosto, il netto calo di intensità del già poco avvincente dibattito politico e l’interruzione di tutti quei talk-show, che spesso non guarda neanche chi li fa. Parole, parole, soltanto parole. Parole in libertà. Quali, ad esempio, quelle pronunciate la scorsa settimana da tal onorevole del Pd, David Ermini (parole che non si possono definire un lapsus) che intervenendo da casa a un talk-show ha parlato della situazione in cui si trova l’Italia dopo il 4 dicembre: “Adesso tutti si leccano le ferite ma nessuno ha chiesto scusa per quel no al referendum del 4 dicembre”. Prima di parlare, anche se fa caldo, contare fino a dieci, no? O quelle usate dai politici renziani (su tutti, la triade composta da Esposito, Migliore e Romano) costretti alla damnatio del pulpito anche mentre imperversa Lucifero, mediamente abili nel divulgare il nulla e cioè il renzismo: presenze fisse in tivù, che sia mattina pomeriggio o sera, sempre lì a dire quanto sia bello Matteo. Parole, parole, soltanto parole. Parole in libertà. Quelle sull’immigrazione, sull’Europa che “deve aiutarci”, anche se i trattati firmati e ratificati da Renzi, patriota in casa e in tv e arlecchino all’estero, prevedono il contrario. Parole, che la dicono lunga su quanto contiamo in Europa (e non solo). Siamo il tappetino d’Europa – scrive Veneziani -, di quelli dove è scritto Benvenuti, e anche se recalcitriamo, a noi poi tocca tener fede al tappetino e alla sua scritta e accogliere i migranti, le basi missilistiche, le incursioni straniere nella nostra economia, le scorrerie dei servizi segreti. Parole, parole, soltanto parole. Parole in libertà. Annunci, controannunci, ultimatum, penultimatum, vertici, summit, patti, tavoli, supercazzole, non c’è nulla che si sia tradotto in un atto concreto. Parole, dibattiti inutili, polemiche oziose e batracomiomachie nominalistiche pur di non andare mai alla sostanza delle cose. Nulla di quel che interessa ai cittadini, cioè di quel che succede nella vita reale di tutti i giorni. Solo blaterare, fare promesse, lanciare proclami, innescare polemiche, annunciare leggi e decreti. Ecce homo, dicevano i latini. Questi sono gli uomini. Uomini e donne che non si preoccupano minimamente di essere privi di ogni credibilità ogni volta che aprono bocca, tanto più quando si mettono su un piedistallo istituzionale promettendo a destra e manca e la cui affidabilità, personale e politica, è ridotta ormai allo stremo dello zero negativo.