Il Guardiese Ignoto

Bisogna assolutamente erigere un monumento al Guardiese Ignoto (senza volto, si capisce) e dedicargli una strada, una piazza, una festa, o meglio, una sagra: la Sagra del Baccalà. Commemorarlo, ecco, per quell’elementare sentimento di gratitudine che gli è dovuto per gli alti servigi resi alla Calunnia e al Pettegolezzo. Stiamo parlando di quell’anonimo personaggio impermeabile al ridicolo. Che casca quasi sempre dal pero. Avvezzo a dissociarsi da se stesso, a prendere le distanze da se medesimo, in una gara all’insaputismo e all’“io non c’ero e se c’ero dormivo”. Insomma, una sorta di gag comica vivente, un “Sarchiapone”, un “Che so’ Pasquale io?”. Un quivis de populo (uno qualunque), un passante, un signor nessuno… Nessun Dna, un’impronta digitale al Luminol, nessuna presenza, nessun post sul profilo Facebook, nessuna adesione a gruppi su Whatsapp. Un fantasma. Di lui si sa soltanto che è un tipo diabolico. Ed è pure attivissimo: gira nei bar e piazza un orecchio qui e l’altro là senza mai farsene accorgere. Ogni mattina esce di casa col passamontagna, i guanti, gli occhiali scuri, il bavero rialzato, lo smartphone con il gps disinserito e si intrufola Dio solo sa come, con un pass contraffatto, nelle stanze comunali, partorisce pettegolezzi tragicomici, li mette in circolo, carpisce cicalecci e infine si fa offrire il caffè dal malcapitato di turno e si gode lo spettacolo. “Che dite, al posto della sagra, glieli dedichiamo un paio di calci in c… al Guardiese Ignoto?” Perché per questo microcefalo dire che è poco intelligente sarebbe già un complimento.

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