Dicono che nel 2018 il sindaco Panza compirà settant’anni ma alla sua nascita effettiva, clinicamente accertata e democristianamente battezzata, mancano le prove storiche. Checché se ne dica Floriano è il prodotto da un’operazione finanziaria, programmato in italiano ma con lessico guardiese, nutrito con pane e politica e allevato nel caveau del Banco di Napoli, di cui divenne presto quadro, cioè segnaposto. Fu cresciuto da De Mita in un ambiente sterile ed ebbe per istitutrici presidenze e poltrone varie, una Usl, una Provincia, un Parco e infine un Comune. Dove, per dargli una parvenza umana e democratica, Floriano ebbe un’investitura popolare di tipo microscopico, se non condominiale. Fu fatto eleggere nel piccolo abitato, dove clonare i votanti è un gioco da ragazzi, vista l’esiguità dell’elettorato. Floriano governa Guardia (alla luce del sole o dietro i cespugli) da quasi un quarantennio ma chi richiama le sue responsabilità personali nella gestione del nuovo paradiso sannita compie un clamoroso errore: Floriano non ha nulla di personale, è un algoritmo tecno-buro-affaristico che non si dà in natura; si può ordinare su Amazon, previo versamento. È inutile chiedere le sue dimissioni prima del tempo, appena si smagnetizzerà non striscerà più e Intesa San Paolo lo sostituirà con una nuova card.