L’animatore del Villaggio Usa

Tra qualche mese compie sette anni la Florianofania, ossia l’apparizione di Floriano nei cieli del governo di Guardia. E noi ci chiediamo cosa è stato Floriano per i guardiesi: più che un primo cittadino è stato un animatore. Formidabile. Più che affrontare i problemi reali di Guardia ha rianimato il morale dei fedelissimi, ha allestito lo spettacolo più per il Villaggio Usa che per i suoi concittadini e ha attirato su di sé l’attenzione generale mediante uno show in progress. Un mattatore. È qui il segreto del suo successo, la sua carta vincente. Non risolve i problemi, ha uno staff modesto ma tira su il morale e fa simpatia. Il precursore, dicono, è stato Amedeo, medico-impresario d’intrattenimento e intrattenitore di successo egli stesso. Tarallucci, vino e notti bianche. Floriano con la sua narrazione, ha trasformato un ente locale in location, amministrando la comunità come un set cinematografico. Nei Palazzi, Floriano si muove con abile cinismo (basta contare le poltrone), ma rispetto alla comunità annuncia, inscena, fa abortini di trovate e fa l’animatore. Lui sa che la politica decide poco sulla realtà; perciò anima un reality avvincente sulla falsariga della realtà, di cui simula la soluzione. Il decisionismo diventa un format e i fedelissimi un cast. Il guaio è che la vita vera di questo paese non è una vacanza nel villaggio Alpitour, da sabato a sabato, bevande escluse.

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