Cronache marziane da Guardia Sanframondi (Che culo ‘sto Floriano!)

Che culo ‘sto Floriano! Bravo bravissimo Floriano. Ma anche fortunatissimo. Basta vedere come in questi anni si sono sfarinati i potenziali avversari. Culo, il sindaco ne ha da vendere. “Un culo che fa paura”, mormora, ammirato e mortificato, a ragione della dismisura della sua buona sorte, qualche commentatore da bar, qualche oppositore nei recessi della politica paesana. Chiappe saldamente calate sulla poltrona. Pure, e innanzi tutto, grazie ai suoi paesani, tutti di larghissima sapienza e quasi ognuno di vastissima insipienza, che scontenti e dolenti e vocianti sul deretano del Fortunello, con espressione da cui traspare ora lo sdegno ora l’invidia ora lo spaesamento, calano lo sguardo e allora forse un pensiero li assale: che culo Floriano! Il posteriore di Floriano ha tanto una dimensione locale, quanto oggi una dimensione internazionale. Trattasi dunque, come in pochi altri casi di storia nativa, di culo a dimensione continentale, quasi planetaria. Per il momento. Certo. Si vedrà. Perché il culo, per sua natura, è mobile, oggi ce l’hai, domani te lo devi andare a ricercare in qualche ufficio, come avvertiva un noto comico quando faceva ridere e non metteva in piedi un movimento politico. Ma intanto il culo di Floriano sta lì: saldo e sodo, come quello di ballerina brasiliana, e politicamente inattaccabile. Mandolino e grancassa, che suona l’ennesima stagione politica di questa comunità. Questi ultimi anni di (altrui) Quaresima, a Floriano hanno regalato solo soddisfazioni: ogni lettura di giornale quasi un ovetto Kinder con gradita sorpresa dentro. Chissà, ad esempio, quanto deve aver goduto nell’aprile dello scorso anno, leggendo le cronache di quella sorta di “Sfida all’O. K. Corral” tra due competitor, intenzionati a mettere sottosopra il ranch della Farciola e finiti col darsele di santa ragione tra di loro: una sceneggiatura che manco gli odierni scrivani addetti al profilo Facebook comunale avrebbero saputo gettare giù, tanto l’assoluta perfezione. Bastava poi gettare un’occhiata ai titoli dei giornali di allora, per capire appieno la goduria di Floriano. Ove l’apoteosi era totale, ove il trionfo andava in carrozza (però dentro la squadra messa su da Floriano). E dove è stato un insospettabile come il craxiano-berlusconiano (dopo ferrea denuncia degli accadimenti) a confessare alla stampa: “Amo Floriano e se io fossi Floriano sognerei una opposizione così”. Per l’appunto: quello se la sognava, e a Floriano (la sua) gliel’ha data. E con lui un po’ di ardimentose e parecchio irrisolute comparse. Quelle che, per intenderci, al giornaliero “partiam! partiam!”, non fanno mai seguire un passo: né avanti né indietro, né a est né a ovest. Marcianti e immobili. Né si capisce da dove partono né si comprende dove arrivano. Stanno là, pendenti e indecifrabili. Che culo ‘sto Floriano. E il resto della solita parata, tutta una scena e una pena, che ogni cinque anni s’incontra e si scontra e si separa e avverte e riavverte e dibatte e chiacchiera e si adegua e si duole, come ci ricorda il manzoniano coro dell’“Adelchi” – “un volgo disperso repente si desta; / intende l’orecchio, solleva la testa / percorso da nove crescente romor”. Come al solito, il culo di Floriano: ciò che più lui desidera, sono i suoi più accesi avversari a procurarglielo. Pronti, in questi anni lo hanno soddisfatto. Né ha da dolersi, Floriano, neppure dei suoi cortigiani. Si dirà: neppure del Papillon? Perbacco, per primo va elogiato il Papillon, a voler al meglio intendere il culo di Floriano! Tra i patimenti di qualche oppositore, e i tormenti di altri, chiaro che, oggi, nessuno può oscurare o minacciare o solo indebolire il sole di Floriano. E figurarsi quali tormenti possono mai recare a Floriano le inchieste, gli altri sparuti rivali storici, quieti e acquattati come leprotti che sfuggono il pericolo, assenti dai giornali, assenti dalle chiacchiere da bar, assenti dai pensieri di Floriano. Pure i più gloriosi tra gli avversari sembrano chetati. La società civile ormai in ombra, di solito attiva come spigolatrici di Sapri, che ogni mattina se ne andavano a spigolare, ha posato penna e calamaio. I coraggiosi di una volta poco impressionano. Capolavoro. Ovunque giri lo sguardo, nella politica locale, al momento Floriano pare il Mazzarò di Verga davanti ai suoi possedimenti, alla roba sua, “pareva che Mazzarò fosse disteso tutto grande per quanto era grande la terra, e che gli si camminasse sulla pancia”. Il “figlio” di Craxi, poi, pur in gloria di assoluzione da parte di Floriano, e nonostante i più ferventi intendimenti, ha certo più possibilità di migliorare la vita dei buoni ospiti della Casa di Bacco che di rimettere insieme i cocci di una politica che fu: ridotto a gioioso dispensatore di premi e cotillon. Così da assorbire tutto ciò che non serve e lasciare mano libera su tutto ciò che può venir buono a Floriano. Poi, le notizie che sono ancora meglio – e parecchio più importanti -, che allargano l’orizzonte e il cuore e la fortuna delle terga di Floriano ben oltre il rifacimento del manto stradale della Telesina. Soldi a valanga. Il centro storico ristrutturato, e la nuova pavimentazione, a un passo dai Riti Settennali, così tutti a dire: oh, che bello! oh, che bella notizia!, oh, che miracolo! oh, Floriano! E soprattutto, e prima di tutti, il fotografo ufficiale del Comune, con i suoi scatti a far da testimone “via Dietro gli Orti, prima e dopo”. Guardia “ha invertito la rotta”, dice il postatore di post. “Cambiare mentalità”, diceva Floriano, quando era ancora nascosto dietro il nido del cuculo, e il culo tutto da dimostrare. Mentre oggi si palesa ovunque, il culo di Floriano, lungamente sperimentato in giro per la Provincia e sul lungomare salernitano. La sua “Guardia Bella” che passa di trionfo in trionfo, come da decenni non accadeva. E il contesto soccorre: non solo la prossima edizione di Sannio Tattoo (dove certo Floriano parlerà in diretta alla Cnn: perché il culo è bene, ma la comunicazione forse è meglio), ma ecco che un colossale evento marchierà a fuoco il 2017 di Floriano: I Riti. Per quanto riguarda il primo, ancora? e che palle! Per quanto riguarda il secondo, i Riti, invece, Floriano (più per soddisfare il proprio ego), se l’è cercato e se l’è ritrovato. L’accorrere delle masse, lui quasi d’incenso circonfuso, quell’andare qua e là tra una telecamera e l’altra, da un microfono all’altro, tra americani e portoghesi, che è pure meglio dell’andare qua e là tra il centro direzionale di Napoli e l’ufficio del sottosegretario a Roma, gli procura erotico solletico allo stomaco. È uno sfrontato di successo, Floriano, più di tutti noi messi insieme. E si sa e si dice e si fa: “Finché uno ha culo ha seggiola”. Non è proprio Machiavelli, ma più o meno vale lo stesso.

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