Come un buon medico di famiglia, il sindaco Panza non va in vacanza. Se ne sta lì, pronto alla bisogna. Sorveglia a distanza, e ogni tanto comunica. Come ha fatto oggi prescrivendoci la sua ricetta valida erga omnes (Prefetto compreso): “Abbiamo l’obbligo di opporci per non danneggiare in maniera in maniera irrimediabile l’economia di questa comunità e per evitare che invece di risolvere un problema ne creiamo due… l’unico modo, in futuro, per non essere destinatari di tali arrivi è quello che nessun cittadino proprietario di alloggi li metta a disposizione della Prefettura”. Ma c’è ancora il tempo per un supermonito anti extracomunitari di provenienza africana, perché magari ancora non lo sappiamo, ma anche il sindaco Panza ha scoperto che da qualche anno siamo in una emergenza immigrazione. “Rappresento il fermento determinato al solo apparire della notizia, immaginarsi al verificarsi di una circostanza confermativa dei sospetti”, scrive il sindaco al Prefetto. La cosa che più colpisce del primo cittadino, al di là degli aspetti che ogni guardiese conosce, cioè che suole vivere sempre in primo piano, anche se col tempo è diventato un personaggio mediatico un po’ di rincalzo, è il fatto che, quando lo leggi o addirittura ascolti, non c’è nulla che di lui ti colpisca. Nulla: proprio nulla. Se non che nel comunicato odierno, a dispetto del politicamente corretto di facciata, appare sempre meno moderato di quel che sembra. O così lo dipinge chi ben lo conosce. “Al momento la Prefettura conferma che Guardia Sanframondi non è destinataria di richiedenti asilo politico”. Termina così, il messaggio ai cittadini (e al Prefetto) del sindaco Panza, inviato ai media locali, fotocopiato e rilasciato per l’occasione sul bancone dei bar cittadini per dare un po’ più di efficacia, e per dirci che lui, i richiedenti asilo “politici”, nel “salotto cittadino” proprio non li vuole (!!!). Una curiosità, saltando un po’ di palo in frasca, complici l’età e la calura: se per il nostro sindaco via Municipio è il salotto di Guardia, cuore commerciale e turistico (parole sue, e, suppongo, il centro storico sia per lui la camera da letto), la stanza da bagno di questa comunità qual è? Mah, che secondo la Treccani, sta per “sono davvero senza parole”. Cosa che, a quanto pare, il nostro baldo sindaco senza parole non è mai, neppure quando dorme, né mai si è trovato nell’imbarazzante condizione di non saper cosa fare: infatti al mah dei cittadini di solito fa seguire sempre una mezza paginata di supercazzole, oltretutto inframmezzate dalle frizzanti glosse di quel mantra che risponde al nome di territorio. E a proposito di territorio, se dovessi consigliare al nostro sindaco una strategia comunicativa capace di proiettare la comunità nel contesto nazionale e oltre, eviterei supercazzole come quelle odierne, consiglierei temi più frivoli, gli consiglierei, per esempio, di emanare un’ordinanza urgente contro l’afa guardiese, un’ordinanza contro la nebbia in contrada Piana, un’ordinanza contro l’acidità di stomaco dei cittadini guardiesi, un’ordinanza contro l’abbassamento della vista, un’ordinanza contro la caduta dei capelli, un’ordinanza contro l’Alzheimer e uno contro il Parkinson, entrambi in forte crescita (soprattutto negli ultimi cinque anni), ovviamente non potrà mancare un’ordinanza contro la disfunzione erettile, un’ordinanza contro le maniglie dell’amore, un’ordinanza contro le pause caffè dei dipendenti comunali, un’ordinanza contro i colletti rialzati delle polo e il cardigan di coniglio d’angora gettato la sera sulle spalle, un’ordinanza che imponga di indossare il kilt senza mutande (che potrebbe regalarci grandi soddisfazioni). Tutti urgenti salvo quello contro la nebbia in contrada Piana che si può rimandare all’autunno. Nessuno ci ha ancora pensato.