È cosa buona e giusta che tra le roventi arie di quest’estate guardiese 2016 esploda all’improvviso lo spasso, tanto intenso e sano da meritare gratitudine. Da oggi basta tristezze, basta parlar male di Guardia sul Sannio Quotidiano, basta polemiche, basta grumi di cinismi e cattiverie inutili. Basta ingiustificabili polemiche, seppur appena accennate. È il momento invece dell’ilarità affettuosa, dell’amore e dell’ottimismo, della new age, dell’esterofilia, della competenza e del fare. «Sono ben cinque le aree “adottate” dai cittadini a seguito della campagna lanciata dall’Amministrazione Comunale “Adotta il verde”»: detto senz’alcuna ironia, è una fortuna che al Comune di Guardia sieda Floriano. Al che viene da obiettare, giusto un secondo con serietà, come sia possibile spendere parole simili di fronte all’onesto-declino che affligge questa comunità, impoverita giorno per giorno di brillantezza, creatività ed eventuali ma non pervenute briciole di competenze. Neanche è sfiorato, padron Floriano, da un brivido di disagio per il funerale in corso a Guardia? Chiamate padre Amorth, o chi per lui. Perché per Floriano ormai ci vuole l’esorcista: è chiaro che il suo corpo è posseduto da un diavoletto che gli fa dire e soprattutto fare cose che il Floriano d’antan, quello che come il cuculo preferiva stare dietro i cespugli, non avrebbe mai detto né fatto. I motivi, anzi i pretesti accampati nell’intervista di ieri per giustificare l’ottimismo e la politica del fare, sono altamente comici e rientrano a pieno titolo nella tradizione della supercazzola: meriterebbero una pubblica lettura affidata ai protagonisti di Amici miei sotto la regia di Mario Monicelli, purtroppo impossibile perché sono tutti morti. O forse no, mi sbaglio: è proprio il caso di ringraziare padron Floriano per le opere pubbliche completate, il decoro urbano degno di una comunità civile, per l’impeccabile manutenzione delle strade cittadine, i contenuti della prossima estate guardiese con beatificazione incorporata, l’evoluzione culturale e il rispetto complessivo nei confronti dei guardiesi. Tanto alla fine è questo ciò che importa (Panem et Circenses), il resto è materia per barzellette di metà luglio.