Non penso di aver paura di dire la verità. Quel che da tempo scrivo e che dico – riscontrabile sul mio blog – risponde a quel che penso, è una libertà che mi procura danni e lodi ma la esercito a prescindere. Però non tutto quel che penso io scrivo e dico. Ci sono poi altri pensieri che non dico per non ferire senza motivo delle persone; se dicessimo a tutti quel che pensiamo fino in fondo di loro, saremmo in guerra col mondo. Detto questo, e per questo motivo, non dirò nulla della mia delusione nel leggere le parole contenute nel comunicato apparso oggi sulla stampa. Non dirò nulla della delusione e del dispiacere provato nello scorrere quelle poche righe. Non dirò nulla della mia delusione perché ormai in me vi è la consapevolezza che, al di là delle belle intenzioni, in realtà in questa comunità non si vuole abbattere il “sistema” che avviluppa Guardia come una cappa maleodorante, nostra prigione, vorrei dire nostra dannazione. Non dirò nulla della delusione e del dispiacere che provo, perché ancora una volta non si è voluto uscire dalla gabbia dell’io. Da quell’io che non porta da nessuna parte. Non dirò nulla della delusione e del dispiacere perché a questa conclusione non ci arrivo solo per un percorso di pensiero ma anche per le esperienze di vita, forse per le scottature, le delusioni, i mille tentativi avviati nel tempo e non riusciti, non riconosciuti né continuati. E l’età avanza, al galoppo… Non è più tempo… non è più il mio tempo. O non ancora…