Buon 2015

Happy-New-Year-2015-Champagne-ImagesInnanzitutto tanti auguri a tutti. Buon 2015 a Guardia Sanframondi (temo ne abbia sempre più bisogno). Buon anno a quanti ancora vivono la politica tra Capo e coda, senza capire quel che sta nel mezzo. Buon anno ai sostenitori sempreverdi del vecchio motto “o Franza o Spagna purché se magna”. Buon anno ai “radical chic”, coraggiosi ultimi giapponesi sull’isola deserta. Buon anno poi ai paladini della teoria dell’”abbaccamento”. Ai complottisti virtuali. Buon anno a chi in politica attende sempre che qualcun altro prenda l’iniziativa, incurante e felice che qualcuno muova il sedere per loro. Buon anno a chi fa finta di niente. E buon anno pure alla platea di concittadini abituati ad applaudire, che preferiscono la finta concordia, l’allargamento infinito di una coesione artificiale, quella che in questa comunità lega chi ha il potere e chi cede per paura, per necessità, o per oblio della dignità. Insomma tanti auguri a tutti. E che sia finalmente un 2015 di “rottura”.

Un buon anno particolare e un pensiero affettuoso va poi a chi ogni cinque anni (puntuale come un orologio svizzero) continua a pensare parossisticamente alla fascia tricolore e in questi giorni sosta nei bar della nostra cittadina (soprattutto di domenica mattina), quasi posseduto, e si muove camminando radendo il muro per passare inosservato, proteggendosi le spalle (probabilmente per ripararsi da sodomie d’amici): facendo le fusa a tutti, miagolando anche ai nemici di ieri che possono diventare gli elettori di domani. Magari ammiccando al versante opposto (o viceversa?). Auguri di buon anno e… lascia perdere, tanto non ti crede nessuno! Buon anno anche a chi, sempre in questi giorni, se gli chiedi davanti a un caffè o un aperitivo chi vedrebbe sullo scranno più alto della Casa Comunale, non potendo dire io, brucia il concorrente svelando la sua candidatura oppure si rifugia nel genere: vedrei Nicola, Giovanni, Giuseppe e Maria, vedrei una donna, un gay, un trans, o un candidato impossibile, tipo Papa Francesco, Matteo Renzi, un compaesano glorioso (meglio se defunto) o uno straniero (possibilmente americano, tutt’al più scozzese) amato da tutti. E buon anno alla nostra amministrazione comunale in liquidazione, anzi in liquefazione (come accade al sangue di san Gennaro). Buon anno e… una prece! E buon anno e un pensiero pure alla sua dirimpettaia, che già da qualche tempo si è sublimata, sparita in un imprecisato altrove. Auguri di buon anno e… a presto! Almeno si spera! Ma soprattutto buon anno al Primo Cittadino (auguri, è chiaro, da partecipare – senza affetto – ai suoi cortigiani e i suoi giullari vecchi e nuovi pronti all’ubbidienza e con il coraggio di don Abbondio), che ha compiuto il miracolo di ibernare una laboriosa comunità (criopreservata, è evidente, con la segreta speranza di ripristinare in futuro le sue funzioni vitali per la propria tribù). Buon anno e… amen!

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