Negli ultimi giorni si è mostrato un livello di aggressività e irrazionalità senza precedenti: opinionisti, intellettuali e politici italiani sembrano impazziti come la maionese.

La pace possibile tra Russia e Ucraina, dopo tre anni di guerra – che non è quella giusta – è ancora una lunga strada da percorrere. Ma l’aria che tira è ancora più incattivita e intollerante di quella che si respirava ai tempi del Covid e nella prima fase del conflitto, quando i quotidiani fedeli alla linea occidentale stilavano le liste dei commentatori “putiniani”.

L’Europa? Non è parte in causa, e non siede al tavolo delle trattative, e un po’ vuole mettersi di traverso, e sogna una spedizione dei volenterosi. In tutto questo il nuovo idolo assoluto è la belga Hadja Lahbib, il commissario europeo per la Parità, preparazione e gestione delle crisi, che posta uno strepitoso video di istruzioni per sopravvivere alla terza guerra mondiale, evidentemente auspicata e progettata dalla nostra nella Ue. Un capolavoro di comunicazione postmoderna. Da piazzista di pentole. In caso di conflitto su larga scala lasciate perdere il kit e domandatevi piuttosto come sia stato possibile lasciare l’Europa in mano ad imbecilli di tale livello…

L’Italia? In Italia ci si chiede: visto il clima deteriorato, perché Prodi, un uomo di Stato, un politico esperto, un ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, un signore di 85 anni conosciuto per la sua mitezza, almeno in pubblico, non sia in grado di gestire una domanda semplice, per quanto ingenua e fastidiosa la possa ritenere? Ha prima negato di aver tirato i capelli della giornalista. Poi si è timidamente scusato: “Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio. Ma sono stato strumentalizzato”.

Un altro decano della politica italiana, Bertinotti, pure lui elegante signore di 85 anni appena compiuti, aveva appena alzato la temperatura della sua retorica: “Sono un nonviolento, ma dopo le parole di Meloni alla Camera sul Manifesto di Ventotene, un atto ritenuto da tutti fondativo della Repubblica italiana, le avrei lanciato un oggetto contundente”.

E che dire del responsabile dell’organizzazione del partito di Meloni e vicepresidente del Copasir Donzelli che, in maniera stizzita parlando ai giornalisti dice “Finché c’è questo pezzo di merda non parlo”: e lo ripete due volte.

Poteva mancare Franceschini che per ovviare a secoli di patriarcato propone di donare ai figli il cognome della madre, ossia quello del padre di lei.

E come se non bastasse, non solo i salari, ma anche i redditi di varia fonte delle famiglie italiane non riescono a tenere il passo con l’inflazione, che brucia ogni piccolo miglioramento nominale. Hai voglia a dire che l’occupazione vola se poi, alla fine dei conti, più di un lavoratore su dieci non riesce ad arrivare a fine mese con lo stipendio da fame che guadagna. E aumentano le diseguaglianze.

E vogliamo parlare del continuo susseguirsi di emergenze: climatica, sanitaria, energetica, difensiva. Forse sarebbe il caso di cominciare a chiedersi quale fosse la vera emergenza…

Ecco perché oggi la gente non va più a votare e sceglie di mettersi in mano a parassiti cinici fanatici ignoranti e truffatori: perché l’alternativa è composta da venduti ipocriti rincoglioniti…

Ps: Poteva mancare un appello e un pensiero alla Guardia di oggi? Un anno (o poco meno) è lungo da passare, ma dopo averlo passato, immaginarne altri cinque con gli stessi individui sulla scena politica da oltre un trentennio, è un supplizio dantesco. Da qui l’appello. Riprendiamoci un po’ di serietà. Perché alle prossime elezioni il rischio di finire nuovamente nelle loro grinfie, è reale.