
Guardia Sanframondi, un paese, un territorio, pietrificato. Un grave stato di degrado e d’abbandono che negli ultimi tempi affligge sempre di più molte parti dell’abitato, senza che l’amministrazione – che come d’abitudine tace – adotti, con rapidità e in tempi certi, le soluzioni operative di propria competenza. Una comunità ormai al limite dell’autogestione a causa della totale assenza di un’amministrazione arroccata in sé stessa e incapace. Con i cittadini stufi delle tante promesse, non mantenute, per un miglioramento della vivibilità della comunità, il cui funzionamento, nonostante che le ultime elezioni amministrative si siano svolte tre anni e mezzo addietro, è addirittura peggiorato. Una amministrazione assente anche nei confronti del mondo del volontariato guardiese, cui va tutta la nostra vicinanza e a cui ribadiamo il nostro impegno nel farci portavoce dei problemi e dei disagi provocati da un immobilismo inaccettabile. Un immobilismo amministrativo che continua a creare problemi rilevanti a tutta la comunità guardiese. Un’amministrazione totalmente assente nelle partite importanti per il presente e per il futuro di Guardia. Un’amministrazione ferma, oramai da molti mesi.
All’interno di questo contesto, nel frattempo, aumentano i disagi per tutti i cittadini: l’amministrazione continua a non essere in grado di garantire un livello quantomeno decente di qualità della vita: è assente, totalmente incapace di incidere su qualsiasi problematica che riguardi perfino la soluzione di vicende di pubblica utilità quotidiana. Tra l’altro, Guardia è praticamente l’unica comunità del territorio a non aver avviato un dibattito serio sull’imperdibile occasione di sviluppo che proviene dal PNRR: in un periodo nel quale il PNRR arriva dappertutto, mancano visione, programmazione e coraggio.
Assente soprattutto nelle problematiche che più toccano il cuore della collettività. Come la sanità territoriale, diventata, purtroppo, la soluzione più efficace per ridurre le spese dell’Inps, visto che essendo diventata di fatto un servizio a pagamento che in troppi non si possono permettere, i più vecchi e i più fragili moriranno come mosche. Assente, sempre in tema sanitario, nelle sedi dove si decide sulla questione della nuova organizzazione dell’emergenza del 118 nella Valle telesina – un’ambulanza senza medico a bordo – che avrà ricadute drammatiche sull’utenza del nostro territorio. È chiaro a tutti che non assicurare la presenza di un medico sulle ambulanze mette in pericolo la vita delle persone (compresa, quindi, quella degli amministratori) che hanno bisogno di immediato soccorso e quindi del medico competente: i minuti sono preziosi nelle emergenze. Una condizione che, secondo fonti scientifiche autorevoli, comporta un calo delle possibilità di sopravvivenza del 30%. Un progetto scellerato – “decretato” a livello nazionale e poi recepito dalle Regioni che le istituiscono, parametrandole su dati certi, come la densità abitativa, la distanza dagli ospedali, le asperità orografiche – che porterà come risultato finale alla scomparsa della medicina d’urgenza del nostro territorio, su cui non si può abbassare la guardia. E su questo punto cruciale il sostegno alle aspettative dei cittadini va dato non solo accorandosi sui social alla legittima voce di dissenso alzata dagli abitanti, ma anche e soprattutto nelle sedi opportune e competenti, perché è lì, che si prendono poi le decisioni finali. In tutto questo spicca la totale assenza della voce dell’amministrazione comunale di Guardia. Nessuna iniziativa messa in campo su questo tema specifico. Perché, sino ad oggi, pur ben consapevoli della distinzione dei ruoli istituzionali, e del suo rispetto, l’amministrazione guardiese non è intervenuta in alcun modo (e se lo ha fatto di certo non è stato sufficientemente incisiva) nei vari tavoli provinciali in cui si è affrontata la delicata questione? Mentre tanto più stonato suona il fatto che la suddetta invece è ben presente in quelle strutture di potere provinciali e regionali, soprattutto in quei baracconi creati ad hoc, come, ad esempio, l’ente provinciale per l’acqua pubblica.