Il 2024 sarà l’anno dei Riti. Negli ultimi anni della sua storia centenaria, Guardia Sanframondi ha partorito solo una tradizione popolare e di Fede largamente sentita dalla cittadinanza e tipicamente locale: i Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta (un evento unico al mondo). Oggi purtroppo sempre più largamente mediatica. È l’unica tradizione non divisiva che ha avuto e ha largo seguito popolare e ha rappresentato nei secoli l’identità guardiese. È l’unica esercitazione di autobiografia collettiva, integrata dalla fede religiosa.
I Riti rappresentano il mito della Guardia arcaica e anche moderna e riconosce in essi ristoro collettivo. La promessa messianica, la salvezza a portata di mano, che riscatta la vita grama. Nei secoli i Riti hanno supplito al merito e alla fatica, come una scorciatoia benedetta dall’immagine della Vergine; è stato il sogno di redenzione ad personam. Oggi però c’è la paura che i Riti lascino l’ufficialità della Fede rischiando così (grazie ai media e i social network) da un momento all’altro di essere travolti o almeno stravolti dai mezzi di comunicazione di massa arrembanti.
Nell’attesa, intanto a Guardia è cresciuta un’altra vocazione, che potremmo definire pop, la saga gastronomica, la gara tra chef, il continuo parlare, parlare su piatti, portate, vini e gourmet. Un evento clou che riassume tutta la “magnoloquenza” del guardiese di oggi, la sua passione verbosa, pratica e golosa: Vinalia. Vinalia, in questo paese è un’espediente per tirare a campare e vizio antropologico e requisito chiave della classe dirigente. Benvenuti a Vinalia, dove conta solo la massa, la gente, il numero dei visitatori; dove tutto è solo un fatto personale. Checché se ne dica è il vero metodo di selezione e di consenso, di comunicazione e di manipolazione della Guardia odierna; è la “virtù” primaria per mantenersi a galla in ogni caso e cavalcare l’evento, volgendolo a proprio favore personale. Vinalia, purtroppo, oggi è anche il tratto comune distintivo di chi ci amministra. Vinalia è il riassunto cinico della Guardia di oggi. Qualcuno venderebbe sua “madre” pur di far parte del comitato organizzatore di Vinalia. È il viatico scoraggiante per gli anni a venire: il teatrino dei pseudo-politici con le loro recite false, le loro parate grottesche allestite in piazza d’armi. Vinalia, l’appuntamento estivo diventato sempre più evento ostentatore e scicchissimo, con una mobilitazione istituzionale del servizio pubblico senza paragoni. Con gli anni infarcito di banalità politically correct, con una quota fissa di predicozzi travestiti da messaggi ripetuti a pappagallo da organizzatori, ospiti, istituzioni e presentatori più o meno autorevoli, più parentesi obbligate d’impegno green per rifarsi l’alito della coscienza col dentifricio bio-solidale.
Non ho nulla contro questa consuetudine pop, ci mancherebbe, l’umanità guardiese ha sempre coltivato ricreazioni, rassicuranti frivolezze e carnevali vari, feste plebee tra vino e porchetta, anche se poi c’era dell’altro. Nulla da obbiettare dunque, viviamo in una società liquida, benché sia un po’ miserabile un paese che si “ritrova” solo ogni sette anni, un paese che non ha altri luoghi significativi di identità comunitaria se non quelli del cooking show, brindisi & tanti soldi, più format e sformati in cucina. Niente da dire di più sulla sua esistenza, semmai sul primato assoluto di quest’evento, sull’egemonia culturale che ha esercitato da decenni sul paese; certo, trent’anni fa Vinalia serviva a un paese allegro e un po’ bambino per uscire da lugubri atmosfere di odio civile, rabbiosi confronti politici. Ma è possibile che oggi, fra un settennato e l’altro, non ci sia mai spazio a sufficienza per altri eventi significativi in cui ci sentiamo “noi” guardiesi, comunità, con una grande storia alle spalle? Probabilmente è perché questa saga popolare ormai è la gita fuori porta restando a casa, il sogno del successo, il nuovo oppio del popolo guardiese, somministrato con cura da chi davvero conta in questa comunità.
Ma ne parleremo a lungo. Detto ciò, resta tuttavia sospesa l’obiezione già affiorata nella calura estiva, per le strade e i luoghi di ritrovo di Guardia, e riguarda l’opportunità o meno, sul piano civile e religioso, di svolgere la già annunciata edizione 2024, vista la concomitanza dei Riti. Una scelta a nostro avviso coerente, seria, per certi aspetti obbligata, visto il particolare significato dei Riti guardiesi, potrebbe essere quella di annullare (o perlomeno cambiare le date) la suddetta edizione. In fondo in Italia abbiamo governi senza popolo, possiamo benissimo avere un’estate senza Vinalia.
Se così sarà lo scopriremo solo vivendo…
(Foto tratta dal web)